Così il ‘Lom a merz’ riaccende la piazza

Sabato l’appuntamento con la tradizione contadina "Vogliamo trasmettere la festa alle nuove generazioni"

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Una tradizione che si rinnova. O meglio, che riparte. Torna, dopo due anni di stop causa pandemia, il Lom a merz in centro storico. L’appuntamento è per sabato 19 marzo, a partire dalle 17, in piazza Matteotti. L’evento, arrivato ormai alla sua edizione numero 42, è organizzato come di consueto dalla Società del Passatore Ca‘ d’Iòmla e dall’associazione turistica Pro loco di Imola. C’è anche quest’anno il sostegno del Comune, quello della Fondazione Cassa di Risparmio di Imola, di Remaind e del Forno Savelli.

Si potranno degustare il brulè con vino doc e la tipica pié fritta di Fontanelice. Il ricavato delle offerte per la degustazione dei vini andrà al progetto di solidarietà ‘No sprechi’. La manifestazione, destinata a richiamare anche quest’anno un discreto numero di persone nel cuore della città, sarà allietata dalle musiche e racconti in dialetto romagnolo con ‘I Balconi’. Spazio anche a un mercatino delle opere d’ingegno. Infine, in serata, dopo l’accensione del ‘lom’, alle 20, grande spettacolo musicale con ‘Gli Taliani’. La dolce ciambella di Imola per tutti sarà offerta dal forno Savelli. Ci sarà una fiaccolata stracittadina dei pattinatori e podisti imolesi per accendere il grande falò.

"Il ‘Lume a Marzo’ è un’antichissima festa del nostro territorio – ricordano dalla Pro loco –, che vogliamo mantenere in vita e trasmettere alle nuove generazioni". I grandi fuochi propiziatori che illuminavano campagne e colline erano il retaggio dell’antica tradizione dell’età romana dei fuochi di marzo (in dialetto ‘Lom a merz’),un rito magico e simbolico per propiziarsi le forze della natura in vista dell’arrivo della primavera e quindi del risveglio della terra. I ‘Lom a merz’ venivano fatti con i ‘sarment’, le potature delle viti e i contadini cantavano e ballavano; i bambini correvano intorno al fuoco giocando e intonando canti benauguranti.

Negli anni del Dopoguerra la tradizione stava spegnendosi, quando la Ca’d’Iomla della Società del Passatore decise di proporre questa festa in città, nella piazza principale di Imola. Fu un’idea brillante che rinnovava una tradizione e la trasmetteva a chi non aveva più radici contadine. Sono passati 42 anni, il Lom a merz di Imola continua ad illuminare la città e a trovare tanti imitatori.