"Covid e reddito di cittadinanza, così in tanti si sono tirati indietro"

Il racconto del gestore "Siamo riusciti a fatica a trovare sette persone per un periodo di 8 mesi"

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Sette persone per coprire un’intera stagione nella piccola meraviglia del borgo di Dozza. Pare che nonostante la fortuna di trovarsi in una delle mete turistiche più ambite, le difficoltà nel reperire personale abbia segnato profondamente anche il ristorante-albergo Canè, realtà storica con quasi quarant’anni d’esperienza sulle spalle nel paese del Muro dipinto.

"In tanti anni non è mai capitata una cosa così – commenta il gestore, Gian Battista Gaddoni (foto a destra)–. E quest’emergenza riguarda un po’ tutto il settore".

La sua attività che periodo copre?

"La mia stagione va dal primo di marzo fino al 31 ottobre, ho trovato a fatica sette persone fra sala, cucina e camere, poi forse, più avanti, si aggiungerà qualcuno al bar".

Perché questa difficoltà nel trovare lavoratori secondo lei?

"A mio parere le ragioni sono diverse. Al primo posto c’è sicuramente la pandemia. Il virus ha dirottato tantissime persone che volevano fare questo lavoro verso altri impieghi, magari più semplici e meno remunerativi, l’incertezza è stata tanta".

Ci sono casi in cui manca la ’voglia’ invece?

"Il discorso così si fa più politico: la comparsa di misure come il Reddito di cittadinanza ha sicuramente avuto un notevole influsso. C’è chi ora è più propenso al ’non fare’ e chi invece tenta di buttarsi sul lavoro in nero. Poi c’è la questione scuola".

Serve più dialogo fra gli istituti alberghieri e i locali del territorio?

"Credo che questo sia alla base di tutto. Ho notato spesso come le scuole abbiano un po’ il ’monopolio’ dei ragazzi che hanno voglia di fare la stagione, è un po’ come se crescessero sotto l’ala dei loro professori, rischiando quindi poi di scontrarsi, una volta usciti, con il mondo reale".

E’ un lavoro, quello nella ristorazione, verso cui si sta perdendo un po’ di interesse?

"Mi auguro che non sia così. C’è però un falso mito da sfatare: spesso la scuola alberghiera viene vista da molti come l’ultima spiaggia. Trovo invece che non sia un settore da considerare di second’ordine, ma piuttosto da rivalutare, perché costituisce una delle costole fondamentali del nostro territorio".

Gabriele Tassi