Crac Cesi, la Zini Elio si fa avanti: "Interessati alla coop"

L’incontro con il liquidatore c’è già stato. «Così non disperdiamo lavoro»

Luca Zini

Luca Zini

Imola, 26 luglio 2014 - IL PASSO lo ha già fatto: la Zini Elio si è fatta avanti per acquisire rami d’azienda della Cesi. La conferma arriva direttamente da Luca Zini, figlio dello storico titolare dell’impresa edile imolese interpellato dal Carlino dopo che in città si erano rincorse le voci di una possibile cordata locale interessata a rilevare parti della coop in liquidazione coatta amministrativa.

«Lavoriamo su questo, viviamo in questa comunità e siamo preoccupati per le persone che stanno rischiando di perdere il lavoro in seguito alla vicenda Cesi — dice Zini —. Il sistema delle imprese imolesi, insieme alle associazioni di categoria, deve mostrare unità di intenti e solidarietà, impegnandosi ad attenuare le conseguenze di questa crisi su centinaia di famiglie. Da parte nostra abbiamo già dichiarato al liquidatore della Cesi la disponibilità a valutare se sussistono le condizioni per acquisire rami d’azienda e, di conseguenza, avere l’opportunità di non disperdere le professionalità e le competenze del personale». L’incontro sarebbe avvenuto giovedì mattina e quella di Zini sarebbe almeno la terza manifestazione d’interesse arrivata a Cesi, dopo Coop costruzioni Bologna e la trevigiana Emaprice.

LO SCATTO in avanti della Zini Elio, che con i suoi 35 addetti opera in settori affini a Cesi, aprirebbe la strada però a quella cordata locale di cui si va vociferando e che includerebbe anche Cims e Sogei. Una cordata che, a seconda delle disponibilità del liquidatore a vendere rami d’azienda, potrebbe dare risposta fino a un centinaio di lavoratori. Stime premature, è vero, ma la Zini non è nuova a operazioni del genere. Negli ultimi anni ha dato vita alla Zini Elio divisione impianti rilevando un ramo d’azienda della Lineattrezzature, con una quindicina di addetti (oggi però la newco ne conta una ventina). Nelle mire della cordata imolese ci sarebbero le commesse di Cesi nel Bolognese, Hera compresa, con il pregio di salvare sul territorio posti di lavoro. Valutazioni comunque che dovrà essere il liquidatore a fare, offerte alla mano, che sono ancora lontane dall’essere formalizzate.

Intanto ieri pomeriggio, nell’assemblea dei dipendenti a seguito dell’incontro in Regione del giorno prima, è arrivata un’altra notizia. Da lunedì 13 addetti rientreranno al lavoro in tre cantieri di Coop costruzioni: il teatro Galli di Rimini, le scuole Marco Polo di Crevalcore e l’ospedale San Salvatore a L’Aquila. A pagare lo stipendio dei 13 operai, che verranno staccati dalla cassa integrazione, sarà direttamente Coop costruzioni. All’orizzonte resta comunque un’altra importanta data, quella di martedì, dove a Roma si discuterà del futuro dell’intero comparto delle costruzioni emiliano-romagnole. «La cassa integrazione straordinaria per i dipendenti della Cesi è uno strumento che dà risposte immediate, utilissime in questo frangente per i lavoratori. E’ necessario, però, già dal prossimo incontro al ministero dello Sviluppo economico gettare le basi per il futuro di un’azienda di costruzioni del circondario imolese — auspica il segretario generale aggiunto della Cisl metropolitana, Danilo Francesconi —. Il progetto del Consorzio cooperative costruzioni non convince e sembra sempre più una chimera nebulosa ed impalpabile. E’ invece necessario agevolare chi oggi è in grado di dare risposte certe ed immediate, a livello del circondario imolese e non. Diventa quindi molto importante il Tavolo di crisi circondariale della prossima settimana, dove affrontare anche il nodo 3Elle».