"Cuochi e camerieri, il personale non si trova"

Benni, presidente Arialco lancia l’allarme: "Ristoranti e alberghi in crisi: nell’Imolese mancano decine e decine di lavoratori"

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di Gabriele Tassi

"Quando da giovani si andava a fare la stagione si lavorava tanto e si dormiva poco", raccontano i ristoratori d’altri tempi. Oggi le condizioni per fortuna son cambiate, e nei locali il lavoro ha finalmente i contorni dell’umanità. Ma nonostante tutto negli ultimi tempi "in particolare dopo il Covid – spiega Raffaele Benni (foto), presidente Arialco (Associazione ristoratori e albergatori del comprensorio) –, è iniziata l’emergenza personale".

Vale a dire?

"Mancano cuochi, camerieri, personale e di sala e pure gli addetti ai servizi, e la situazione non è mai stata così critica".

Due stime: di quanti lavoratori parliamo?

"Nell’imolese, ragionando a braccio, mancano una cinquantina di persone solo fra gli associati Arialco. Almeno un locale su due cerca una o più persone da inserire nel proprio personale, qualcuno solo per qualche mese; in altri casi parliamo di impegni più duraturi".

Prima ha parlato dell’influsso negativo del Covid. Quali sono le ragioni?

"Lavorare nella ristorazione e nel settore alberghiero non è ovviamente così semplice. Sono impieghi che sconvolgono un po’ la vita, soprattutto dal punto di vista degli orari. Credo che con la pandemia sia cambiata un po’ la mentalità".

Si spieghi meglio.

"Il Covid ha sicuramente minato le incertezze di tanti: la ricerca di una occupazione più stabile è diventata la priorità, e per questo si ragiona sempre più in grande".

Ma non è un bene avere delle aspirazioni?

"Quello è poco ma sicuro. Succede però che gli studenti escono ora dalle scuole alberghiere con aspirazioni veramente alte. La voglia di fare c’è, ma c’è con essa, nella stragrande maggioranza dei casi, c’è anche la voglia di entrare subito in un grande ristorante, saltando insomma la classica gavetta. E da qui il problema per tanti locali delle nostre zone".

Le scuole alberghiere cosa possono fare?

"Il contatto con le realtà del territorio già c’è, ma è bene sia più continuativo e importante, in modo da facilitare stage e tirocini. Tanti dei nostri associati hanno affisso i loro annunci nelle bacheche delle scuole, trovando ultimamente però ben pochi riscontri".

Venendo ad alberghi e ristoranti, senza personale come fanno a stare in piedi?

"Il fenomeno già si era presentato in riviera l’estate scorsa. Ora si è allargato anche ai nostri lidi. Molti gestori, al momento, sono costretti a chiedere sforzi aggiuntivi al proprio personale. Qualcuno, addirittura, ha dovuto mettere al bancone pure i familiari, pur di riuscire a dare un servizio ai propri clienti".