Dal cantierone spunta un’antica strada

Il sopralluogo degli archeologi sugli scavi per il teleriscaldamento in via Cavour. Si pensa ai resti di una via romana o medievale

Migration

La città che non dimentica le sue origini. E’ bastato un cantiere nel centro storico – quello per il teleriscaldamento di Hera –, perché la storia tornasse a galla. Dalla rete verde su via Cavour, all’incrocio con via Appia, s’intravedono i contorni di quella che potrebbe essere una strada romana o medievale. Basolato, inconfondibile, alla profondità di un paio di metri. Un tratto di antica strada interrotto: difficile dire se fosse l’antica via Cavour o l’Antica via Appia (di cui sporge solo un ’bordo’), di certo c’è che la costruzione non è di epoca moderna. Un ritrovamento sotto gli occhi di tutti, avvenuto proprio grazie ai lavori messi in campo dalla multiutility Hera per allacciare al teleriscaldamento un altro pezzo di storia imolese: palazzo Calderini (ex Pretura). Si attendono ora le conferme da parte delle belle arti: ieri il sopralluogo di una delegazione della Soprintendenza, dal momento che un archeologo sta seguendo passo passo gli scavi sin dall’inizio dei lavori. Saranno gli studiosi a dover stabilire l’età del manufatto. Secondo gli esperti locali si potrebbe trattare anche di una strada medievale, dato che il piano romano in alcuni punti della città è al di sotto dei tre metri. Scenario suggestivo, che per ora resta una più che plausibile ipotesi.

Non è certo una novità che spuntino resti antichi dalle viscere di Imola: siamo in un territorio in cui "dove si scava praticamente si trova sempre" dice chi se ne intende. Ma l’asfalto che di fatto normalmente, soprattutto in centro storico, chiude le porte con il passato, dopo lungo tempo ha scoperto una di quelle vie maestre che ancora costituiscono la pianta inconfondibile della nostra città: Cardo e Decumano, via Appia e via Emilia che si incrociano sotto l’Orologio. Vie su cui nel corso dei secoli sono avvenute numerose stratificazioni.

Uno degli ultimi ritrovamenti di questo tipo, era avvenuto nel febbraio del 2020. Gli scavi per la realizzazione di due nuovi parcheggi accanto a Casa Alzheimer a Imola avevano portato alla luce tracce di epoca probabilmente romana. Il cantiere era stato quindi sospeso per dare modo agli archeologi di effettuare i rilievi di prassi sui resti di una strada. Anche in questo caso è ben noto come il complesso Osservanza sia collocato su un sito di rilevanza archeologica. Nel corso degli anni, infatti, si sono susseguiti numerosi ritrovamenti. Già nel 2007 era emersa una strada romana, non distante da una necropoli rinvenuta nei pressi del teatro di via Venturini.

Tornando a via Appia invece, la proroga per il cantiere richiesta da Hera fino al 24 ottobre potrebbe consentire agli archeologi di effettuare tutti i lavori del caso. La multiutility aveva infatti fatto domanda al Comune di allungare di una quindicina di giorni il cantiere. La causa principale? Una conduttura intercettata in modo inaspettato, nonostante i sondaggi fatti precedentemente dalla ditta che si occupa dei lavori. Ciò che si chiama imprevisto, e a cui oggi si aggiunge anche il ritrovamento della presunta strada romana.

Il sottosuolo del centro storico di Imola tuttora conserva i resti degli edifici e delle strade della città romana, venuti alla luce a più riprese durante lavori e scavi. In particolare, al di sotto della via Emilia, della via Appia e di alcune vie minori sono emersi numerosi tratti di strade romane pavimentate con grandi basoli di roccia trachitica cavati nei Colli Euganei e probabilmente pervenuti a Imola per via d’acqua fino a Conselice e poi su carri lungo la via Selice (così chiamata appunto per essere lastricata di “selci” di trachite).

Gabriele Tassi