Imola, l'assessore Longhi: "Daspo urbani? Strumenti efficaci"

A favore: "Li hanno richiesti le forze di polizia. E non capisco le critiche del Pd"

Posteggiatori abusivi

Posteggiatori abusivi

Imola, 3 luglio 2019– "La possibilità di applicare i ‘daspo urbani’ ci è stata chiesta a gran voce anche dalle altre forze dell’ordine, data la presenza di soggetti che creano problemi in città. Grazie a questo nuovo strumento, si interverrà su situazioni nelle quali prima non era possibile essere efficaci". L’assessore alla Sicurezza, Andrea Longhi, che ha anche la delega alla Municipale, motiva così l’imminente modifica al regolamento di polizia locale (ieri il passaggio in commissione in vista dell’ok del Consiglio) attraverso la quale il Comune recepirà la direttiva voluta nel 2017 dall’allora ministero dell’Interno, Marco Minniti.

Quel provvedimento dà infatti la possibilità alle amministrazioni locali di individuare ‘zone rosse’ in città «da assoggettare a particolari tutele in caso di condotte che impediscano la libera accessibilità e la fruizione delle stesse». In pratica, si individuano aree urbane (centro storico, parchi, scuole e parcheggi pubblici su tutti) nelle quali far scattare il cosiddetto ‘daspo urbano’, per allontanare venditori ambulanti, parcheggiatori abusivi e ubriachi molesti.

«Stupiscono le critiche del Pd – osserva Longhi – dal momento che parliamo di una normativa prevista da un loro governo. Minniti ha fatto cose importanti in materia di sicurezza, ma la precedente Giunta non ha applicato gli strumenti a disposizione in maniera efficiente: hanno lasciato un regolamento vecchio di dieci anni, nel quale nemmeno le denominazioni formali andavano più bene, e hanno perso 500mila euro per la videosorveglianza. La possibilità che abbiamo noi adesso è quella di applicare in maniera intelligente la normativa, perché i daspo sono molto più efficaci di un semplice foglio di via».

Le novità volute del titolare della Sicurezza non piacciono al Pd, che attraverso il capogruppo Roberto Visani è tornato ieri a bollarle come «propaganda» e a criticare il fatto che siano state introdotte «in maniera unilaterale senza nessun confronto con i servizi sociali, quelli di salute mentale, il 118, i sindacati e le associazioni di volontariato». In questo senso, Carmen Cappello (Imola guarda avanti), pur condividendo l’arrivo del Daspo («La sua introduzione era anche nel programma elettorale del centrosinistra», ricorda la civica), invita la Giunta a farsi «promotrice di un protocollo operativo che coinvolga servizi sociali, dipartimento di sanità mentale e Croce rossa» per «definire in concreto» quando tale strumento «deve essere comunicato anche a loro per gli interventi di ausilio e assistenza».

Dai banchi del centrodestra, invece, Giuseppe Palazzolo (Patto per Imola) teme «difficoltà in termini attuativi» del provvedimento «per mancanza di personale dipendente». L’organico della Municipale «doveva aumentare di 10 unità invece si è ridotto, passando dalle 52 del 2018 alle 46 di quest’anno», protesta il civico. Rassicurazioni, su questo versante, arrivano daLonghi: «Stiamo assumendo e contiamo di raggiungere, entro il prossimo anno, il saldo positivo».