Imola, devastato il front office dell’ospedale

Un utente ha infranto il vetro. Nessun ferito, ma i sindacati denunciano: "L’Ausl non sottovaluti i problemi di sicurezza"

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Nuova aggressione, ieri mattina attorno alle 7, ai danni dei dipendenti dell’Ausl. Un uomo di circa 25 anni, già noto per precedenti episodi di violenza verso il personale sanitario del presidio di Imola, ha dato in escandescenza scagliandosi contro un’operatrice del front office, rimasta per fortuna illesa. La vetrata della portineria dell’ospedale Santa Maria della Scaletta è andata però completamente distrutta. "Da anni assieme ai dipendenti della portineria e del check-point denunciamo la scarsa attenzione sulla sicurezza e le protezioni del gabbiotto chiedendone la messa in sicurezza – protesta Stefano De Pandis, segretario territoriale del sindacato autonomo Fials – con vetri anti-aggressione proprio contro il perpetrarsi di situazioni simili. Utile anche un sistema di video sorveglianza e il posto di polizia sulle 24 ore. Rivendichiamo nei confronti dell’azienda che temi come la sicurezza, monitoraggio e prevenzione delle aggressioni al personale vengano presi in considerazione".

Anche Cisl Fp, nel condannare l’episodio, segnala come il tema della violenza verso i lavoratori delle strutture sanitarie non sia purtroppo nuovo. "E registriamo che ancora poco o nulla è stato fatto sul fronte della prevenzione a seguito delle diverse segnalazioni che abbiamo fatto in questi anni – ricostruisce il segretario Stefano Franceschelli –. In particolare per gli operatori del front office e del check point del presidio imolese, non nuovi a episodi di intolleranza e aggressione verbale da parte di alcuni utenti. Questo episodio è la testimonianza che il tema della sicurezza deve essere una priorità per la Ausl di Imola".

Pure Giuseppe Rago (segretario Uil Fpl) alza la voce: "Questo soggetto è ben noto sia alle forze dell’ordine che ai servizi sociali – ricorda Rago –. Per il suo bene, degli operatori e degli utenti va aiutato nel suo stato di disagio e assegnato a idonea struttura. Non può continuare a fare scorribande mettendo in pericolo la vita altrui e la propria. La richiesta di impianti di videosorveglianza è un paliativo, anche con la videosorveglianza l’episodio non sarebbe stato evitato. Si intervenga subito".