
Il tratto fra il passo della Colla e Prato all’Albero è dissestato: chiude la strada della Sambuca .
C’è una nuova complicazione, nelle non semplici operazioni di ripulitura del rio Rovigo e di messa in sicurezza della vecchia discarica in località Le Spiagge. Mentre proseguono — quando il meteo lo consente — le operazioni di ripulitura dell’alveo, mentre continuano le attività di controllo dell’Arpat, e si sono organizzate le modalità di trasferimento dei rifiuti rimossi, ecco la chiusura, decisa da Città Metropolitana della strada della Sambuca, la 477, dal passo della Colla fino a Prato all’Albero. In un tratto questa strada è fortemente dissestata ed è già in corso un complesso lavoro di consolidamento. Per completarlo occorre chiudere la strada. E questo, giocoforza, interferirà con il flusso dei camion che dovevano portar via la nettezza dalla discarica, trasportando i rifiuti fino all’impianto di Case Passerini.
I camion, fin quando la strada resterà sbarrata — la data di riapertura prevista pare sia il 20 giugno prossimo — non potranno passare. Per il prossimo 26 maggio è previsto — tempo permettendo — il primo viaggio dell’elicottero, per prelevare i rifiuti rimossi dal fiume. Ma sicuramente la rimozione dei rifiuti dalla discarica era ed è un passaggio essenziale dei lavori di bonifica nella vallata del Rovigo.
Nel frattempo Arpat ha fatto il punto sulle attività di controllo svolte, congiuntamente ad ARPA Emilia-Romagna, sul rio Rovigo, e anche sul fiume Santerno sia nel tratto toscano a valle dell’immissione del rio Rovigo, sia nel tratto emiliano-romagnolo. Monitoraggi che non hanno evidenziato particolari criticità.
Da diversi giorni infatti, nel comune di Palazzuolo si stanno effettuando dei lavori di pulizia dell’alveo del Rio Rovigo. In campo dei grossi mezzi meccanici, ’a ragno’ che solo nella prima giornata di lavoro avevano rimosso oltre due tonnellate di scarto.
I detriti piombati a valle dopo il crollo della discarica anni settanta, contenuti in giganteschi sacchi detti ’big bag’ verranno poi trasferiti a valle proprio grazie all’intervento di un elicottero. La raccolta avviene anche in modo manuale: "Ci sono zone in cui i mezzi non arrivano: lì si lavora a mano, passo dopo passo. In altre, invece, è possibile meccanizzare alcune operazioni", scriveva circa una settimana fa il comune di Palazzuolo sul proprio sito istituzionale. "È un lavoro delicato — concludevano dal municipio — , ma lo affrontiamo con la cura e la responsabilità di chi questo territorio lo conosce e lo vive: molti dei nostri operatori abitano in Appennino e con il torrente Rovigo hanno un legame diretto e personale — perché ci lavorano da sempre (o magari perché nel tempo libero ci vanno a funghi). Lo abbiamo preso a cuore. E ci stiamo impegnando perché tutto venga fatto nel miglior modo e nel minor tempo possibile. I primi risultati si vedono".
red. cro.