Discarica Tre Monti Imola, il comitato. "Via i rifiuti"

'Vediamoci chiaro': "Rispettare le sentenze. E la Giunta si muova"

Imola, il comitato contro l’allargamento della discarica Tre Monti chiede un rapido interv

Imola, il comitato contro l’allargamento della discarica Tre Monti chiede un rapido interv

Imola (Bologna), 12 settembre 2019 - Herambiente, Con.Ami e Regione devono «provvedere senza ulteriore ritardo all’ottemperanza della sentenza». E l’Arpae è chiamata invece a verificare che «si proceda alla tempestiva rimozione del volume di rifiuti illegittimamente smaltiti in discarica, pari ad almeno 140.558 tonnellate, e al relativo conferimento in impianti idonei». L’avvertimento, sotto forma di diffida, arriva da Legambiente Imola-Medicina e da Panda Imola, uscite vittoriose assieme ad altre associazioni e cittadini dalla vicenda giudiziaria che ha scritto la parola fine sull’impianto dei Tre Monti con un doppio pronunciamento Tar-Consiglio di Stato al quale ha fatto seguito la definitiva rinuncia di Hera e Con.Ami al progetto di ampliamento del sito.

Il gruppo ambientalista ha costituto ormai da tempo il comitato ‘Vediamoci chiaro’, che ora chiede l’applicazione della sentenza di cui sopra. E, deluso dall’atteggiamento dell’amministrazione pentastellata («Non abbiamo visto alcuna differenza con quella passata»), rilancia: «Troppe ambiguità e opacità rimangono ancora da sciogliere sulla gestione dei rifiuti in questo territorio». Qualche esempio? «A oggi non è dato di sapere nulla dello stato di avanzamento del progetto di realizzazione di una società in house per la raccolta e gestione dei rifiuti urbani del Comune promessa in campagna elettorale», incalza ‘Vediamoci chiaro’.

E ancora: «Nessuna risultanza pervenuta delle attività di gestione post mortem della discarica, la cui attività si è esaurita nel 2016», così come allo stesso modo «non si hanno notizie in merito ad attività di caratterizzazione del sito, finalizzata a un’eventuale bonifica». Come denunciato sempre dal comitato, «non si parla di dismissione» dell’impianto di Akron, sui Tre Monti, «a questo punto decisamente anacronistico se destinato al trattamento di rifiuti con finalità di recupero» e la cui sua posizione in mezzo alle colline «risulta ambientalmente intollerabile e sarebbe industrialmente un errore». Ma ‘Vediamoci chiaro’ protesta anche per «i segnali inviati dalle pubbliche amministrazioni, come i verbali di Con.Ami o il Piano provinciale dei rifiuti della Provincia di Ravenna», dai quali «non otteniamo nessuna rassicurazione per il futuro».

Ecco perché il gruppo costituito da associazioni e cittadini fa sapere di aver «ritenuto opportuno attivarsi in prima persona, come fatto sinora, per ottenere il ripristino della legalità. Nel procedimento di riduzione in pristino che stiamo attivando – concludono dal comitato – saranno inevitabilmente utilizzate risorse economiche. Se a seguito di quest’azione dovessero essere imputati costi a qualche ente pubblico, ci avvarremo dell’attività della Corte dei Conti per attribuirne l’onere in capo alle persone fisiche che sono state responsabili, con la loro azione, del danno alla collettività».