Dopo l’ok del Tar L’assessora Spada: "La tassa sui rifiuti ora potrà diminuire"

"Siamo soddisfatti perché la posizione del Comune era corretta". Atersir, sconfitta in tribunale, può elaborare un piano di rientro. Necessario spalmare su più anni i due milioni di euro dovuti.

Dopo l’ok del Tar   L’assessora Spada:   "La tassa sui rifiuti   ora potrà diminuire"

Dopo l’ok del Tar L’assessora Spada: "La tassa sui rifiuti ora potrà diminuire"

di Enrico Agnessi

Un "piano di rientro" per spalmare su più anni i quasi due milioni di euro dovuti, in modo da alleggerire i costi del servizio di raccolta e smaltimento rifiuti, e consentire ai cittadini di pagare una Tari inferiore rispetto agli ultimi tempi. È quanto sarà chiamata a fare, sulla base della sentenza del Tar e al netto di un eventuale ricorso al Consiglio di Stato, l’Atersir uscita sconfitta dal braccio di ferro amministrativo con il Comune sulla questione delle cosiddette ‘sovracoperture’.

In pratica, come accaduto anche alla vicina Castel Guelfo (dove ci sarà un secondo grado di giudizio), Imola ha pagato troppo per il servizio gestito da Hera. E per questo motivo negli ultimi dieci anni ha presentato conti troppo salati, in materia di Tassa sui rifiuti, ai contribuenti imolesi.

"Siamo molto soddisfatti perché è stata riconosciuta la correttezza della posizione del Comune – sottolinea Elisa Spada, assessora all’Ambiente –. Quello che chiediamo ora ad Atersir, a fronte dell’accertamento delle sovracoperture, è di predisporre un piano di rientro su più anni per determinare il corretto ammontare del costo del servizio. E dunque far pagare ai cittadini un importo inferiore rispetto a quello attuale".

La vicenda nasce nel 2017. La Giunta di centrosinistra annuncia voler di ricorrere al Tar contro l’Agenzia territoriale dell’Emilia-Romagna per i servizi idrici e rifiuti. Contestando il divario tra i costi indicati nei prospetti e i rendiconti ricevuti fino a quel momento, decide di opporsi alla delibera con la quale, pochi mesi prima, il Consiglio d’ambito di Atersir aveva dato il via libera al nuovo Piano economico finanziario.

Si fa strada l’idea (una convinzione per le forze politiche di opposizione) di aver pagato troppo a Hera (e di conseguenza aver chiesto troppo ai cittadini a tutto vantaggio di altri Comuni dell’ambito bolognese che invece avevano sborsato cifre inferiori) per la gestione dei rifiuti nel periodo che va dal 2013 al 2016. Quanto? All’epoca (siamo nell’estate del 2017) si parla già di oltre un milione di euro.

Subito dopo aver annunciato il ricorso, la Giunta fa però un passo indietro. E tutto si ferma. Poi c’è il commissariamento del Comune per le dimissioni dell’ex sindaco Daniele Manca e tocca quindi alla nuova amministrazione del M5s guidata dall’allora prima cittadina Manuela Sangiorgi (luglio 2018) ricominciare la battaglia contro Atersir.

Dopo un ulteriore periodo di commissariamento, a settembre 2020 si torna al voto. E l’attuale sindaco Marco Panieri, eletto in quella tornata, decide di portare avanti il ricorso aggiungendo nuove contestazioni. Per questo motivo, la cifra reclamata dal Municipio cresce con il passare degli anni. E arriva oggi a sfiorare i due milioni di euro.

"Abbiamo sempre impugnato i Piani economici-finanziari annuali proprio per rafforzare la causa – rivendica oggi l’assessora Spada –. E per non lasciare pensare che non fossimo interessati a portare avanti la cosa. Ora mi auguro che anche il Consiglio di Stato ci possa dare ragione".