Dozza, sos dall’Enpa: "Colonie feline abbandonate a se stesse"

La maggior parte dei Comuni non firma convenzioni anti-randagismo

Un’attivista Enpa durante una giornata di sensibilizzazione e raccolta cibo

Un’attivista Enpa durante una giornata di sensibilizzazione e raccolta cibo

Dozza (Bologna), 6 ottobre 2017 -  "La situazione del randagismo è allarmante. Ci sono territori come Castel Guelfo e alcuni Comuni della vallata del Santerno come Fontanelice, Borgo Tossignano e Casalfiumanese, che non prevedono convenzioni con le associazioni preposte al controllo del fenomeno. Molto spesso dei gatti randagi si occupano dei volontari, che sono sempre di meno e con risorse proprie in costante diminuzione, a causa della crisi generale. In più, c’è chi non ha rispetto delle colonie feline e le distrugge".

A denunciare una situazione preoccupante, il tesoriere di Enpa a Dozza, Roberta Ferri, che vuole informare i cittadini di un problema che molti ignorano. «A Dozza, dove c’è una convenzione per controllare il randagismo, in un anno abbiamo contato 200 gatti soli – continua Ferri -. Questo dato si potrebbe ‘esportare’ negli altri Comuni con l’aggravante che là nessuno se ne occupa. Gli interventi avvengono soltanto quando c’è un’emergenza».

E poi c’è chi addirittura si accanisce sulle colonie di animali liberi: «C’era un capannone abbandonato a Dozza dove si era creata una colonia – racconta Ferri -. Quando l’area è stata venduta abbiamo spostato i gatti in un terreno a pochi metri (secondo quanto prescrive la legge). Un piccolo appezzamento concesso dal Comune, dove abbiamo installato casette e una piccola recinzione. Un uomo che abita nelle vicinanze, sostenendo che i gatti sporcavano il suo giardino, ha usato un mezzo agricolo per distruggere tutto l’insediamento. Così lo abbiamo denunciato penalmente per distruzione di beni pubblici, e anche per le minacce che abbiamo ricevuto in presenza di testimoni».

A tutto questo si aggiunge la mancanza di risorse e una campagna di sterilizzazione anche per gli animali cosiddetti da affezione. «Anche le convenzioni che abbiamo stipulato con i Comuni non coprono i costi – aggiunge Ferri -. Dobbiamo ricorrere alla genersotà della gente, a collette e alla raccolta alimentare nei negozi. La sterilizzazione dovrebbe essere allargata anche agli animali domestici e l’Ausl dovrebbe aiutarci maggiormente». L’azienda sanitaria offre un servizio gratuito, ma molto stringente: «Gli orari dei veterinari dell’Ausl (soltanto nella mattina del venerdì) ci costringono a fare le sterilizzazioni da altri professionisti, che ovviamente hanno un costo. Il problema è che non possiamo programmare la cattura dei gatti. Ovviamente avviene in momenti che non si possono di certo studiare a tavolino. Servirebbe maggiore elasticità in termini di orari e di giorni da parte del servizio gratuito dell’Ausl».