Effetto Covid a Imola: crolla l’attività ospedaliera

Oltre 2mila ricoveri in meno nel 2020 e accessi al pronto soccorso calati del 25%. Frenano anche le vaccinazioni di base

Inevitabile, nell’anno del lockdown, il crollo delle consulenze per i viaggiatori

Inevitabile, nell’anno del lockdown, il crollo delle consulenze per i viaggiatori

Imola, 11 luglio 2021 - Non solo l’inevitabile allungamento delle liste d’attesa (evidenziato già nelle scorse settimane) e l’altrettanto prevedibile aumento della spesa pubblica. Tra gli effetti indiretti del Covid ci sono anche il crollo degli accessi al pronto soccorso dell’ospedale Santa Maria della Scaletta (-25%) e dei ricoveri per altre patologie (quasi 2.300 casi trattati in meno), oltre a una flessione delle vaccinazioni di base. È quanto viene fuori dalla relazione sulla gestione dell’attività allegata al bilancio di esercizio 2020 (chiuso comunque in pareggio) dell’Ausl. "Il quadro emergente dalla complessiva rimodulazione organizzativa che l’Azienda ha dovuto mettere in campo durante tutto l’anno 2020, per far fronte all’emergenza e gestire l’epidemia da Sars Cov-2 nelle sue diverse fasi, si è inevitabilmente riflesso sull’attività di periodo di tutti i livelli assistenziali – sottolineano dall’Ausl –. In particolare, indicatori e dati aziendali tradizionalmente legati e rappresentanti l’attività ordinaria (volumi di produzione, indicatori di efficienza, appropriatezza e autosufficienza della struttura), come rilevato in fase di monitoraggio infrannuale, risultano in forte discontinuità se confrontati come di consuetudine con l’anno precedente". Innanzitutto, nel 2020 è aumentata la dotazione di posti letto in ospedale, cresciuti da 344 a 353 per fronteggiare la pandemia. Eppure, per le ragioni di cui sopra, l’attività di degenza in regime ordinario, lo scorso anno, presenta un significativo calo di casi trattati pari a -17,47% rispetto al 2019 (-2.285 casi), con una variazione del -27,26% per i ricoveri chirurgici e del -12,42% per quelli medici. Anche l’attività chirurgica mostra una "importante contrazione degli interventi dovuta alla sospensione dell’attività chirurgica procrastinabile durante il periodo emergenziale acuto", confermano dall’Azienda sanitaria. La riduzione in termini di volumi, a prescindere dal regime di accesso, registra un calo del 30,2% (-2.595 interventi rispetto al 2019). Anche il Pronto soccorso fa segnare, per quanto riguarda gli accessi, un "abbattimento rispetto agli anni precedenti – sottolineano dall’Ausl – riconducibile alla situazione contingente di emergenza da Sars-Cov-2". Dai 34.841 ingressi del 2019 si è scesi infatti ai 26.045 dello scorso anno, con un calo di 8.796 unità sul totale nei dodici mesi (-25,2%). Qualche segnale di rallentamento, evidentemente relativo alle fase più acute della pandemia, quando ospedali e ambulatori venivano vissuti dalla popolazione come luoghi dai quali stare alla larga, anche per quanto riguarda le vaccinazioni infantili. Restiamo in questo caso su coperture ancora molto alte, ma comunque in lieve flessione, al punto da mettere a rischio anche gli obiettivi prefissati dalla Regione in un territorio, quello del circondario, che invece solitamente era sopra la media. La copertura vaccinale nei bambini a 24 mesi per ciclo base (polio, difterite, tetano, epatite B, pertosse e Haemophilus influenzae di tipo b) è scesa infatti dal 95% del 2019 al 92,7% dello scorso anno (target regionale 92%). La copertura vaccinale contro morbillo, parotite e rosolia scende addirittura dal 96,2% al 90,8% (target regionale 95%), mentre l’antimeningococcico passa dal 94,1% all’87,5% (target regionale 95%). Infine , pressoché inevitabile, nell’anno del lockdown, il crollo dell’attività di vaccinazione ordinaria e delle consulenze per viaggiatori internazionali, che registrano ovviamente una vera e propria battuta d’arresto a causa del Covid. Nel primo caso, si passa dalle 8.912 somministrazioni del 2019 alle 5.357 del 2020, con un calo di -3.555 iniezioni (-39,9%). Le consulenze per i viaggiatori internazionali, nell’anno della pandemia, sono scese invece da 734 a 137, con un calo di 597 in termini assoluti e dell’81,3% in quelli percentuali.