Elena Foschi, da Imola a Londra con il made in Italy

E' la direttrice di una mostra sul design tricolore

Elena Foschi

Elena Foschi

Imola, 25 settembre 2019 - Un po' di Imola nel cuore della City. In concomitanza con il London design festival, nella capitale britannica, alla Galleria Saatchi si è svolta nei giorni scorsi I-Made, con una selezione dei migliori marchi che rappresentano la qualità e l’unicità del design italiano. Un progetto espositivo curato da Giulio Cappellini (art director), coadiuvato da Francesco Giasullo (ceo I-Made) e da Elena Foschi (direttrice I-Made), giovane imolese da diversi anni a Londra.

Il progetto espositivo vuole raccontare l’unicità, la creatività e la qualità dell’arredamento nostrano attraverso una selezione dei marchi più rappresentativi. In scena, tra i tanti nomi, anche marchi del territorio, come Florim. La 27enne Elena, membro dell’International confederation of art critics dal 2016, e tra le altre cose coautrice di varie pubblicazioni su artisti contemporanei e cataloghi museali, oltre che critica d’arte indipendente, non solo ha curato questa prima edizione, dedicando passione e professionalità a questo progetto; ma ha coinvolto anche altri coetanei imolesi, professionisti in Italia, arrivati per l’occasione a collaborare con questa grande vetrina internazionale.

«Londra è un hub importantissimo per il nostro settore e non soltanto per chi vuole vendere sul mercato locale, anzi», osserva. Londra è infatti da anni un cantiere aperto che ha poco da invidiare a città come Dubai o Doha, Shanghai o Chengdu, New York o Miami. «È il luogo in cui, con appena due ore di volo da Bologna, imprese e designer possono intercettare le maggiori commesse internazionali, mentre i miei coetanei creativi o gli appassionati possono venire a vedere da che parte gira il mondo». La forza di Londra e della sua manifestazione risiede proprio nella capacità di richiamare un pubblico internazionale e variegato, ormai più di Parigi.

«Ho partecipato con molto piacere perché ritengo importante sostenere giovani, che partono dal proprio territorio e investono per promuoverlo – spiega di ritorno dalla capitale britannica Marco Panieri, consigliere comunale del Pd –. Londra sta diventando sempre più interessante, perché qui c’è molta sperimentazione e sta crescendo una nuova generazione di giovanissimi designer provenienti da altri Paesi, che qui vive e lavora. A differenza del design italiano, legato soprattutto alla manifattura, quello britannico e in particolare londinese ha più a che fare con le idee che con i prodotti finiti, un’ottima vetrina per le nostre eccellenze».