Elezioni 4 marzo, Pd sotto il 30%. Per le comunali ipotesi candidato civico

Il segretario dem Marco Raccagna: "Barcolliamo, ma stiamo in piedi"

Marco Raccagna, segretario del Pd imolese

Marco Raccagna, segretario del Pd imolese

Imola, 6 marzo 2018 – A proposito del messaggio inviato al Pd dagli elettori, a livello nazionale ancor più che locale, il sindaco di Bologna, Virginio Merola, ha parlato ieri di «calcio». In riva al Santerno, dove il partitone è crollato dal 41,33% del 2013 (18.027 voti assoluti alla Camera) all’attuale 29,64% (11.884, con oltre 6mila elettori persi per strada in un lustro), la metafora è simile.

«La sconfitta è inequivocabile – ammette il segretario dem, Marco Raccagna –. Il colpo è stato forte, ma non siamo andati ko. E pur barcollando, ci manteniamo ancora in piedi». Il riferimento è al fatto che il Pd resta, in un quadro che a livello nazionale è semplicemente drammatico per il centrosinistra, ancora il primo partito a Imola (ma nello specchietto retrovisore si vede il M5s).

E che, in Emilia-Romagna, «tra le città sopra i 50mila abitanti, solo Modena ha fatto meglio». Ecco perché Raccagna si dice «certo che gli elementi per ricominciare ci siano».

Intanto però le elezioni amministrative si avvicinano. E il Pd, a fine maggio, rischia il sorpasso a opera di grillini e centrodestra. Detto che l’ipotesi ballottaggio, sempre più concreta, «non deve farci paura», il segretario prova dunque a indicare la via: «In queste settimane dovremo tornare a esercitare il ruolo che ci compete e allargare il consenso, mettendoci totalmente all’ascolto in modo largo e senza preconcetti. Non ci sono ricette già confezionate: a breve convocherò i dirigenti del partito per fare un ragionamento sulle amministrative che implichi proposte differenti, e di molto, a quelle pensate fin qui».

Non va oltre, Raccagna. Ma, anche se non lo dice, quello a cui in realtà sta pensando è dare un segno enorme di discontinuità. E in ossequio all’idea per la quale non ci sono politiche e uomini buoni per tutte stagioni, puntare su una figura esterna al partito alle prossime comunali. Un civico, un papa straniero come candidato sindaco. Sempre che quanto verrà combinato di qui a fine maggio dal Pd a Roma non indisponga ulteriormente gli imolesi.

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«Gli italiani hanno detto che non spetta noi governare il Paese, per questo penso sia giusto rimanere all’opposizione», dice Raccagna in riferimento alla possibilità – ventilata da più parti nelle ultime ore – di uno strano esecutivo targato M5s, Pd e LeU.

Nel frattempo, in attesa di tornare a farlo oggi, i candidati del centrosinistra all’uninominale hanno commentato ieri i risultati elettorali. «Sono davvero molto felice, ma soprattutto riconoscente della fiducia che mi ha dato il territorio in cui sono stato candidato», ha dichiarato il neodeputato Serse Soverini, ma «emerge forte la necessità di ragionare sull’esito di questo voto», che dà il via a una «differente era politica». Sandra Zampa, rimasta fuori dal Senato (al contrario dell’ex sindaco Daniele Manca), parla invece di sconfitta che «viene da lontano», ma nella quale Matteo Renzi «ha moltissime responsabilità».

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