Imola, case popolari, un milione di arretrati

Cresce la morosità degli inquilini degli alloggi Erp

Alloggi, in vista anche interventi sulle graduatorie (Foto d'archivio)

Alloggi, in vista anche interventi sulle graduatorie (Foto d'archivio)

Imola, 23 luglio 2018 - Ammonta a 1 milione e 445mila euro la morosità negli alloggi Erp imolesi. A fornire il dato degli affitti arretrati dovuti dagli inquilini delle case popolari della città è stata l’assessora alle Politiche sociali, Ina Dhimgjini, durante l’ultimo Consiglio comunale.

"Abbiamo cominciato sin da subito a confrontarci con Acer – ha spiegato in Aula l’assessora Dhimgjini, facendo il punto su quanto realizzato in queste prime settimane di mandato – perché uno degli aspetti più importanti del nostro programma è quello legato alle procedure legate all’assegnazione degli alloggi Erp, anche se in parallelo lavoriamo a problemi importanti come mobilità, decadenze e morosità".

Su quest'ultimo versante, in particolare, evidentemente anche a fronte di un mancato introito che per le casse pubbliche è raddoppiato negli ultimi 4 anni, "andremo a fare un lavoro molto meticoloso", ha assicurato la titolare delle Politiche sociali nella Giunta di Manuela Sangiorgi, aggiungendo di aver già incontrato il vicepresidente di Acer.

Nel documento lungo una settantina di pagine che contiene le linee di mandato dell’amministrazione, in materia di Edilizia residenziale pubblica ci sono alcune proposte che hanno già fatto discutere, giovedì scorso, in Consiglio comunale. In particolare, per quanto riguarda le nuove assegnazioni, la Giunta intende realizzare "un’analisi per la revisione dei punteggi privilegiando i residenti sul territorio da almeno 10 anni".

E poi c’è il "divieto di assegnazione degli alloggi popolari a chi ha già una proprietà in qualsiasi parte del mondo": agli stranieri, si legge sempre nelle linee di mandato, verrà infatti "richiesto di produrre una documentazione probatoria tramite le ambasciate".

Due proposte apprezzate dalla Lega e nettamente bocciate dal Partito Democratico, che ha ipotizzato un aumento di costi per l’amministrazione chiamata, secondo i Dem, a sollecitare telefonicamente la produzione delle certificazioni in questione. "Non ce ne sarà bisogno – è la replica della Dhimgjini –, in quanto il documento dovrà essere prodotto dagli stessi richiedenti. E in caso contrario, questo provocherà l’esclusione dall’ammissione alla graduatoria generale Erp".

A livello più generale, ha sottolineato l’assessora alle Politiche sociali del comune, la misura che l’amministrazione è intenzionata a inserire all’interno del regolamento è destinata a "favorire l’equità sociale".