Fabio Cappai, chi era il giovane ucciso da un sedicenne a Imola

Operaio di 23 anni, ammazzato venerdì notte al culmine di una rissa con alcuni minorenni. Il colpevole ha confessato ed è stato arrestato: "Sono sconvolto, non volevo finisse così"

Imola, 17 luglio 2022 - Accoltellato per una baruffa tra ragazzini. Lasciato morire davanti a tutti, agonizzante vicino ai campi sportivi di Castel del Rio. Così se n’è andato Fabio Cappai, 23 anni, di Moraduccio, al confine con la Toscana. Almeno tre fendenti hanno raggiunto il suo corpo, di cui uno, probabilmente fatale, ha attraversato il costato e raggiunto un polmone. Ad aver sferrato i colpi, a seguito di una violenta rissa, è stato un ragazzino di appena 16 anni, che abita in una frazione confinante, già in Toscana. Il giovanissimo ha confessato e ha indicato ai carabinieri dove trovare il coltello usato per il delitto, che aveva gettato via dopo il delitto. La Procura dei Minorenni, con la dottoressa Silvia Marzocchi, ha disposto il fermo nei suoi confronti, nel tardo pomeriggio di ieri dopo un lungo interrogatorio. Al momento non ci sono altri indagati.

Aggiornamento L’assassino in lacrime per Fabio Cappai: "Sono andato oltre, chiedo scusa"

Omicidio di Fabio Cappai a Castel del Rio: altri ragazzini nel mirino - Omicidio di Imola, gli amici di Fabio Cappai increduli: "Sembra il set di un film" - Fabio Cappai, un ragazzo con tante passioni: la moto, la natura e i cavalli

Castel del Rio è l'ultimo comune della Vallata del Santerno (Isolapress)
Castel del Rio è l'ultimo comune della Vallata del Santerno (Isolapress)

Tutto è successo venerdì sera, poco prima della mezzanotte. Un gruppo di ragazzini, quasi tutti di 16 e 17 anni, attacca briga con un paio di ragazzi più grandi: Fabio e un amico coetaneo, appunto. Probabilmente già tra il gruppo e i due non correva buon sangue, forse c’erano stati malumori in passato. Fatto sta che è bastato davvero poco per accendere la miccia di quello che si è rivelato un esplosivo mortale. "Guarda come porti il ciuffo, con quei capelli rossi": questa sarebbe stata la frase, proferita da uno dei ragazzini minorenni nei confronti di Fabio, che ha scaldato gli animi. A riferirlo, i numerosi testimoni dell’inizio della lite. Scontro che è iniziato in un bar del paese, e che poi, quando il titolare ha cacciato il gruppo di litiganti, si è trasferito nei pressi del campo sportivo, dove si è consumata la tragedia. Anche lì vicino c’è un bar, con diversi avventori a quell’ora di venerdì; il titolare è stato tra i primi ad accorrere quando gli è stato segnalato che un ragazzo era a terra, ferito. Gli è quasi morto tra le braccia.

Insomma, dagli sfottò si è passati velocemente ai fatti. Prima è partita una spinta, cui è seguito un pugno. E così via, finché si è scatenato un vero e proprio parapiglia di sette-otto adolescenti (raccontano sempre alcuni testimoni) contro i due ventenni. Ben presto Fabio è rimasto isolato dall’amico, con addosso quasi tutti i ragazzini; a quel punto è spuntata la lama. Un colpo l’ha raggiunto vicino all’ascella destra, un altro – quello forse mortale – al costato sinistro; un terzo taglio, superficiale, è arrivato all’inguine. Inutili i tentativi di soccorrerlo. Per prima è arrivata l’automedica, seguita dopo un po’ da ambulanza ed elisoccorso. I sanitari hanno potuto solo constatare il decesso del giovane.

ll ragazzino che ha ammesso di avere sferrato i colpi mortali è stato sentito a lungo dagli inquirenti, ieri pomeriggio, dopo ore di attesa senza potere comunicare con nessuno. Con lui sono stati sentiti anche gli amici e i tanti testimoni presenti sul posto, venerdì. Il sedicenne ha confessato quasi subito: accusato di omicidio volontario, ora si trova nel centro di prima accoglienza del Pratello, in attesa dell’udienza convalida del fermo, attesa per la prima metà della prossima settimana. È difeso dall’avvocato Alberto Padovani. "Il mio assistito ha risposto a tutte le domande della pm e ha indicato dove aveva gettato l’arma, un coltellino a serramanico che aveva con sé – fa sapere l’avvocato –. È sconvolto, non voleva che succedesse quello che è successo. Non voleva uccidere. Ora attendiamo le prossime tappe del procedimento, mentre un pensiero va anche a chi in questa tragedia ha perso un figlio".

Fabio lascia i genitori, una sorella più grande da poco mamma e un fratello più piccolo. Tutti quanti si sono precipitati sul posto, terrorizzati, non appena hanno appreso la notizia. Purtroppo le loro speranze si sono spente in un piazzale vicino ai campi da tennis del paesino arroccato sulle colline imolesi. Le loro grida di dolore hanno straziato la notte di un comune ora sconvolto.