Fondamentale: va mantenuto e migliorato

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Mirella

Collina*

Nella Legge di Bilancio c’è scritto molto chiaramente che quanto previsto dal decreto 42019 rispetto alla misura anti-povertà verrà cancellato a decorrere dal 112024. Tutto ciò quando in Italia le persone in povertà hanno superato i 5 milioni, di cui 1,5 milioni di minori. Inoltre, viene ridotta la platea dei beneficiari già nel 2023. Per le famiglie con persone di età superiore ai 60 anni o figli minori bisognosi di assistenza o familiari con determinate invalidità, la misura ‘dovrebbe’ rimanere invariata. Come in tutti i Paesi europei è indispensabile uno strumento universale di contrasto alla povertà che accompagni il sostegno economico con l’attivazione di tutti gli interventi e i servizi necessari a promuovere l’inclusione sociale e lavorativa di chi ne beneficia, a partire dalla valutazione multidimensionale dei bisogni. Al Reddito di Cittadinanza devono perciò essere fatti dei correttivi: modificare la scala di equivalenza, per non penalizzare le famiglie numerose e con minori; ridurre a due anni il requisito di residenza che discrimina gli stranieri; reintrodurre l’analisi preliminare del nucleo beneficiario in modo da valutare adeguatamente i suoi bisogni, rivedendo il meccanismo automatico di selezione dei percorsi di inserimento per migliorare la capacità di intercettare il disagio sociale; rafforzare la collaborazione e il coordinamento tra i Centri per l’Impiego e i Servizi sociali territoriali. Serve potenziare i centri per l’impiego e i servizi sociali con personale specializzato e a tempo indeterminato. Purtroppo questa è diventata una lotta fra poveri e una caccia ai fannulloni che non accettano tipologie di lavoro. Ma se di pari passo non si innalzanole retribuzioni, soprattutto quelle più povere che rasentano lo sfruttamento, non potremo risolvere la situazione. Il sistema è sbagliato, non le persone. Lo si può chiamare in modo diverso, ma è uno strumento fondamentale per contrastare la povertà in Italia e quindi va difeso, migliorandolo e non cancellandolo.

*Segretaria generale

Cgil Imola