di Mattia Grandi
Il conto alla rovescia è iniziato. Mancano solo due mesi al Gran Premio del Made in Italy e dell’Emilia-Romagna di Formula 1 ad Imola. E mentre le ruspe lavorano senza sosta in zona Tosa e nel paddock per garantire l’accoglienza del grande pubblico, in città si respira già l’atmosfera di febbrile attesa. Una ribalta mondiale alla quale guarda con fiducia anche l’ex pilota Pierluigi Martini, 118 gare disputate e 22.835 chilometri percorsi nella massima serie automobilistica. Martini, la Formula 1 ad Imola è un valore aggiunto.
"L’occasione migliore per tenere alta l’immagine della città, della Romagna, della Motor Valley e anche dell’Italia".
Una vetrina d’eccellenza.
"La Formula 1 porta con sé una ventata di entusiasmo, soprattutto per i più giovani, ed un messaggio di ottimismo su scala nazionale. Parliamo di uno degli spettacoli sportivi più importanti al mondo. Ma la nostra terra, con il circuito imolese come punto nevralgico, strizza l’occhio allo sport in ogni sua forma".
Le parole di Stefano Domenicali, al timone di Liberty Media, lasciano pochi dubbi. Bene la storia, ma occorrono investimenti sulle strutture.
"Il mondo galoppa forte. Basta fare un giro negli altri Paesi europei per vedere che, a livello di impiantistica, siamo rimasti un po’ indietro. Serve dinamismo per adeguarsi ai parametri odierni richiesti da certe manifestazioni".
In poche parole: business.
"Il business alimenta una visione cinica e pragmatica dove il cuore, purtroppo, resta un passo indietro. Gli investimenti importanti e l’adeguamento delle strutture fanno parte del pacchetto per intercettare eventi di fascia primaria. Diversamente si perderebbe una bella occasione".
Un discorso che non riguarda solo Imola.
"Certo, tutta l’Italia. Abbiamo la fortuna di vivere in un Paese dove non manca nulla. Storia, cultura, location mozzafiato e buon cibo. Tutte le carte in regola per stare al top. Le piste di Imola e Monza poi, per chi le vive dall’abitacolo delle auto, sono tra le più belle del pianeta". Non è partita col piede giusto la stagione 2023 della Ferrari.
"La sensazione, purtroppo, è quella di una vettura ancora troppo fragile. Bisogna guardare avanti ma, spero di sbagliarmi, temo un’altra annata difficile per la Rossa".
Nonostante i tanti cambi al vertice della scuderia di Maranello?
"Gli effetti di queste rivoluzioni possono protrarsi anche per mezza stagione nella volontà di delineare una nuova organizzazione. Un quadro complesso e poco in linea con le aspettative di Leclerc in chiave titolo mondiale. Poi diventa sempre più scomodo spiegare alla gente cos’è che non funziona".
Una strada in discesa per Verstappen e la Red Bull?
"Il loro ritmo gara non mente: sono ancora i più veloci. Autentici martelli con un evidente margine di superiorità ed affidabilità. Per il bene del campionato e dello show mi auguro che arrivino presto dei validi antagonisti".