
Raccolti 1.200 euro grazie all’esposizione organizzata da Marco Isola. I fondi finanzieranno i progetti dell’associazione Matteo Bagnaresi. Il fotoreporter: "Niente gara nel 2026? Penserò ad altro, qui siamo pieni di risorse".
Chi mai l’avrebbe detto che nelle monoposto di quell’Ayrton Senna che si tappa le orecchie o di un indimenticabile Niki Lauda in bianco e nero rombasse il motore della solidarietà. Ecco che nel weekend della Formula 1 i volti di quei campioni, usciti direttamente dall’archivio storico del fotoreporter imolese Marco Isola e finiti in una mostra hanno permesso di donare 1.200 euro all’associazione Matteo Bagnaresi. Un doposcuola in qualche modo atipico, che si prende cura da dieci anni di ragazzini e ragazzine in difficoltà scolastica, sociale ed economica fornendo un supporto allo studio.
Una raccolta fondi-sprint grazie all’esposizione allestita alla velocità del lampo nell’atrio appena restaurato di palazzo Vacchi: diverse foto da collezione acquistate dai tanti appassionati che sono passati per via Appia diretti verso l’autodromo e il gran premio. "Tutto questo difficilmente sarebbe stato realizzabile senza il contributo di diverse persone – spiega Isola –. Devo ringraziare il presidente Clai Giovanni Bettini per aver finanziato la mostra, senza pensarci un attimo dopo aver appreso dell’intento solidale. Ma un tale successo non sarebbe stato possibile senza l’aiuto dei miei collaboratori e familiari: si sono presi cura delle immagini e dei tanti tifosi passati da via Appia nei giorni della gara, per me tra i più impegnativi della stagione". E se la F1 non ci sarà più il cuore della generosità batterà comunque: "Sto già pensando alla mostra del prossimo anno – chiude Isola –, ci sono tanti spunti, dal Wec ai concerti. A Imola siamo pieni di risorse".
Così, per il secondo anno di fila ecco il contributo solidale all’associazione Bagnaresi. Una realtà che si occupa non solo dei ragazzi ma anche del benessere delle famiglie, attraverso un rapporto costante per evitare dispersione scolastica e dare opportunità di crescita a quasi 100 studenti. Si va dalla prima elementare alle medie, fino al biennio della scuola superiore, così da seguire l’intero ciclo scolastico anche nei momenti di passaggio.
In particolare, l’impegno di 45 volontari garantisce un rapporto di 1 a 1 (un insegnante per ogni alunno) nelle diverse ore di studio, programmate da tre a quattro pomeriggio settimanali. La stessa esperienza avviene anche a Parma, dove la Fondazione è nata. A Imola le aule Alessia e Chiara sono coordinate da Gabriella Pirazzini, giornalista locale da sempre legata al mondo dei motori.
g. t.