ALICE PAVAROTTI
Cronaca

Vecchio lavoro addio, la grande fuga. “Ogni anno 2 milioni cambiano vita”

ll fenomeno delle ‘Grandi dimissioni’ in Italia studiato nel libro dell’autrice imolese Matilde Gulmanelli. “I giovani cercano equilibrio tra professione e privato, il benessere personale è messo al primo posto”

Matilde Gulmanelli tiene un blog per dare sostegno a quanti cambiano professione

Matilde Gulmanelli tiene un blog per dare sostegno a quanti cambiano professione

Bologna, 1 dicembre 2024 – È mattina, suona la sveglia e come ogni giorno da qualche mese Matilde si alza con una strana sensazione addosso: è direttrice marketing di un’azienda farmaceutica, viaggia molto per lavoro, guadagna bene ed è professionalmente realizzata. Eppure, qualcosa che non va c’è. Decide di dire basta, di seguire quello che vuole veramente, e si licenzia da un lavoro sicuro che aveva sempre amato.

Approfondisci:

"Soffocato dalla routine, cambio vita: da manager ad apicoltore”

"Soffocato dalla routine, cambio vita: da manager ad apicoltore”

Fonda un’agenzia di comunicazione con un socio che ha vissuto un’esperienza simile alla sua, e parallelamente apre “Anacleto blog”, per dare conforto a tutti coloro che decidono di cambiare professione. Questa è la storia di Matilde Gulmanelli, autrice imolese del volume “Fuga dal lavoro, il fenomeno delle Grandi dimissioni in Italia” (Edizioni Lavoro), ma potrebbe essere quella di moltissimi italiani: nel periodo successivo alla pandemia, infatti, un’onda crescente di lavoratori ha abbandonato il proprio impiego, seguendo il fenomeno di Great registration osservato per la prima volta negli Stati Uniti da Anthony Klotz, professore di Management alla University College London.

T15ABFOTO
Matilde Gulmanelli

Matilde Gulmanelli, ci illustra i numeri del fenomeno delle ‘Grandi dimissioni’ in italia?

“Secondo i dati del ministero del lavoro, nel 2021 sono stati ben due milioni i dimissionari nel nostro Paese e sono cresciuti a 2.200.000 nel 2022. C’è stata poi una flessione nel 2023 (1.598.000), ma osservando i dati Istat del 2024, si nota un ritorno ai numeri del 2021”.

Riesce a fare un identikit del dimissionario tipo?

“Sebbene il fenomeno non sia attribuibile a una fascia univoca, c’è sicuramente una tendenza: secondo dati Istat, i dimissionari sono inseriti nel mondo del lavoro da meno di vent’anni (nel 2021 il 45% del totale aveva tra 25 e 35 anni), appartengono all’area del centro-nord e per la maggior parte sono laureati”.

E per le differenze di genere invece?

“Non si può affermare che le grandi dimissioni siano prerogativa maschile o femminile. È interessante però osservare le differenti motivazioni: secondo una ricerca condotta dalla Cisl (con cui ho lavorato assieme per questo volume), su un campione di 17mila dimissionari, la necessità di cure familiari riguarda maggiormente le donne, mentre la ricerca di un lavoro più stimolante è stato un motivo addotto in maggioranza dagli uomini”.

Non si tratta dunque solo di motivazioni economiche?

“Assolutamente no, rispetto al passato è cambiata la mentalità”.

Si spieghi meglio.

“Siamo nella fase della Yolo Economy (You only live once): i giovani ricercano un equilibrio tra vita professionale e privata, e il benessere personale è messo davanti. Il mondo delle imprese dovrà adeguarsi a questa tendenza, che non è in calo”.

Lei ha riportato all’interno del volume diverse testimonianze di persone contente della propria scelta: ha conosciuto invece chi si è pentito ed è tornato indietro?

“Secondo uno studio della Cisl, il 93% del campione coinvolto era contento di avere preso la decisione a un anno di distanza, e anche tra le mie conoscenze confermo il dato”.

Il suo volume ha una dedica speciale.

“Sì, tutto il ricavato dalla vendita del libro andrà a Rafli Aps, l’associazione che ho creato in nome di mio fratello, che è mancato ad aprile durante una battuta di pesca in apnea. L’associazione si occupa di promuovere lo sport per soggetti fragili”.