Gelate, gli agricoltori invocano le polizze

Scala (Coldiretti): "Serve copertura assicurativa per i danni da freddo". Gabaldo (Confagricoltura): "Termometri in picchiata, gemme a rischio"

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Il percorso a ostacoli del comparto agricolo locale non conosce soste. L’ormai conclamata ciclicità degli effetti dei cambiamenti climatici si abbatte sistematicamente su un settore già in affanno da diverso tempo. Le ultime giornate, inoltre, hanno presentato il nuovo conto della morsa del gelo anche in area imolese. Temperature notturne che hanno raggiunto perfino i meno 7 gradi mettendo a repentaglio l’avanzato stato vegetativo di piante come l’albicocco ammaliate dai pomeriggi caldi di gennaio e febbraio.

"Un film che si ripete – commenta Alessandro Scala, vice direttore della Coldiretti Bologna e segretario di zona ad Imola -. Una piaga che si abbina alle attualissime problematiche legate all’aumento vertiginoso dei costi di gasolio e concimi, addirittura triplicati, e alla mancata copertura assicurativa per i danni da gelo". Proprio nel momento in cui le campagne assicurative dovrebbero entrare nel vivo. "La difficoltà del dialogo con le compagnie di assicurazione non risparmia neppure i consorzi di difesa – specifica -. Sono ore di angoscia per gli agricoltori privi di un paracadute di salvataggio e con lo spettro di altri raccolti scarsi". Una lacuna che potrebbe colmarsi soltanto nel 2023. "Quando prenderà forma quell’assicurazione obbligatoria tanto invocata – puntualizza Scala -. Una sottoscrizione in stile automobili alla quale poter poi aggiungere pacchetti per gli optional". Allarme rosso anche sul fronte siccità. "Preoccupano gli attuali livelli di guardia tarati sugli indici del fiume Po – analizza il referente di Coldiretti -. Occorrono sensibili miglioramenti alla rete idrica per potenziare le risorse destinate al comparto. In area imolese ci sono importanti progetti per distretti irrigui sviluppati dai consorzi che operano in Emilia e in Romagna". Ma il quadro resta complesso. "Occorre ripensare il modello agricolo italiano – conclude Scala -. Per le materie agricole dipendiamo da altri Paesi quando abbiamo zone con buone potenzialità in stato di semi abbandono. L’Italia ha la capacità di esprimere qualità e quantità".

Sulla stessa lunghezza d’onda c’è Alberto Gabaldo, presidente del comitato di zona di Imola per Confagricoltura Bologna. "Una sorta di tempesta perfetta con diverse criticità piovute nello stesso momento – afferma -. Il costo delle materie prime è schizzato alle stelle. Una situazione sempre più pesante, complice anche lo scoppio della guerra in Ucraina. Senza dimenticare i fattori climatici avversi tra siccità e gelate". Non solo. "Da diversi anni il mese di febbraio è più caldo rispetto al normale - spiega Gabaldo -. Le gemme degli alberi da frutto nelle zone collinari sono già in fiore. Poi, a marzo, la mazzata con i termometri in picchiata". L’obiettivo è quello di limitare i danni. "Dovrebbe esserci presto il ritorno di un clima più mite – confida -. Speriamo di poter beneficiare della carica floreale eccezionale che alcune nostre coltivazioni presentano come nel caso delle pere e delle albicocche". Sul tema siccità non servono giri di parole: "Dallo scorso gennaio non si registrano piogge importanti e la neve è stata completamente assente - conclude Gabaldo – I nuovi distretti irrigui porteranno l’acqua nelle aziende garantendo una disponibilità idrica costante".

Mattia Grandi