
Anche la diocesi cittadina ha dato il via alle celebrazioni dedicate all’anno della riconciliazione "Un’occasione per sperimentare l’esperienza viva dell’amore di Dio partendo dalla famiglia".
Una speranza piena di realismo anche al cospetto della criticità che attanagliano il presente. E’ questo il messaggio centrale del Giubileo Ordinario del 2025, indetto secondo antica tradizione dal Pontefice ogni quarto di secolo, che qualche giorno fa ha preso il via anche nella diocesi di Imola: "Un’occasione per sperimentare l’esperienza viva dell’amore di Dio – ha detto nella sua omelia di apertura il vescovo di Imola, Giovanni Mosciatti –. C’è un solo amore che muove me verso l’altro, che muove il genitore verso il figlio, che muove Dio verso di noi. La famiglia è il luogo dove si impara che Dio è amore".
Con la volontà di mettersi in cammino per ricercare il senso della vita: "Il pellegrinaggio esprime un elemento fondamentale di ogni evento giubilare – ha continuato –. A noi discepoli del Signore, infatti, è chiesto di ritrovare in lui la nostra speranza più grande per poi portarla senza ritardi, come pellegrini di luce, nelle tenebre del mondo. Là dove la vita è ferita, nelle attese tradite, nei sogni infranti, nei fallimenti che frantumano il cuore; nella stanchezza di chi non ce la fa più, nella solitudine amara di chi si sente sconfitto, nella sofferenza che scava l’anima. Portare speranza lì, seminare speranza lì".
Un appello che rimanda al Crocifisso, esposto per tutto il corso dell’anno Giubilare nella cattedrale di San Cassiano: "Guardando al tempo che scorre, abbiamo la certezza che la storia dell’umanità e quella di ciascuno di noi non corrono verso un punto cieco ma sono orientate all’incontro con il Signore della gloria – ha sottolineato il vescovo di Imola –. Saremo chiamati ad essere segni tangibili di speranza per tanti fratelli e sorelle che vivono in condizioni di disagio. Il Giubileo è davvero un richiamo antico, che proviene dalla Parola di Dio e ci fa coscienti che la vita, la terra, le cose non ci appartengono e che ci chiede atti di clemenza e di liberazione che permettano di ricominciare".
Con un rimando alle parole di Papa Francesco che invitano a seminare segni di speranza verso il prossimo in sofferenza. Dagli ammalati alle persone in difficoltà con un messaggio che insiste "sullo spirito di accoglienza e assistenza". Ma anche sulla valenza del consiglio, del perdono, della consolazione e della preghiera: "Non potremmo fare un passo in questo pellegrinaggio della speranza se non potessimo sperimentare la misericordia del Signore nella nostra vita – analizza Mosciatti –. L’indulgenza è una grazia giubilare perché esprime la pienezza del perdono di Dio che non conosce confini. Ci saranno date tante occasioni e luoghi per poter ricevere la grazia del perdono e dell’indulgenza e imparare e vivere la speranza".