Formula 1 Imola e turismo, gli hotel: "Vale un mese di lavoro"

Montanari (IF): "Non esiste nient’altro di paragonabile come impatto . Nel 2006 rappresentava il 40% dei fatturati, ora aspettiamo i nuovi dati"

Gianfranco Montanari, presidente di IF Imola-Faenza e albergatore

Gianfranco Montanari, presidente di IF Imola-Faenza e albergatore

Imola, 26 aprile 2022 - Ossigeno puro dopo due anni tremendi, quelli della pandemia, da far tremare i polsi. Il sistema ricettivo imolese saluta così la carovana della Formula 1, che almeno in parte rimarrà in città ancora altri due giorni per una serie di test in AutOdromo, dopo il Gran premio dello scorso fine settimana. "È andata benissimo", ammette Gianfranco Montanari, presidente della società di promozione turistica Imola Faenza, nonché lui stesso albergatore. "La Gara sprint ha fatto arrivare i team un giorno prima, meglio di così… - allarga le braccia Montanari –. Semmai ora il problema sarà replicare anche nei prossimi anni".

Il calendario 2022 dell’Autodromo comprende infatti, oltre agli eventi motoristici, anche i tre concerti estivi che dopo due estati di rinvii aspettano finalmente di poter andare in scena a Imola. Calcolando anche le Finali Mondiali Ferrari in autunno, è la stagione perfetta. Per gli operatori, però, gli effetti della F1 sul sistema ricettivo locale sono inarrivabili. "Non c’è niente di paragonabile come impatto – fa notare il presidente di IF –. È l’appuntamento motoristico più importante al mondo, con una qualità di lavoro che non ha eguali".

Proprio per capire la reale portata economica attuale del Gran premio, il Comune ha annunciato la presentazione di uno studio ad hoc nelle prossime settimane. Gli ultimi riferimenti risalgono infatti al 2006, anno dell’ultima gara disputata sotto l’effigie di San Marino. L’analisi svolta nel 2020 dalla società faentina Jfc in occasione del primo dei due Gp a porte chiuse disputati in riva al Santerno parlava invece di un affare da oltre 3 milioni per gli hotel del territorio, ai quali però basta l’afflusso dei soli addetti ai lavori per andare sold-out.

"Fino al 2006 la Formula 1 valeva il 40% del fatturato totale di una struttura – ricorda Montanari –. E anche oggi, una settimana come quella appena trascorsa, conta quanto un mese di lavoro". Il tutto tenendo ben presenti le ricadute di immagine e la promozione di un territorio che si mette in vetrina in vista del futuro. "Credo che quando il governatore Bonaccini parla di 200 milioni, faccia riferimento proprio a quello – prosegue il presidente di IF –. Noi in IF abbiamo visto aumentare le presenze già nel 2020, dopo i campionati mondiali di ciclismo. E i numeri attuali, grazie al richiamo della Formula 1, sono tornati a quelli pre-pandemia".

Insomma, il sistema si è rimesso in gioco. Adesso però bisogna alzare ancora l’asticella guardando al 2025, anno in cui scadrà il contratto con la Formula 1. "Siamo arrivati al top, ora tocca a noi provare a migliorarci per far lavorare le strutture al meglio delle loro potenzialità – conclude Montanari –. In questi giorni abbiamo lavorato tantissimo vendendo prodotti con il marchio dell’Autodromo, è tutto un grande stimolo in vista dei prossimi anni".

Va però ricordato che anche i costi per aggiudicarsi la Formula 1 hanno un impatto sul sistema locale. Quest’anno, per arrivare ai circa 20 milioni di euro necessari a riportare il Circus a Imola, buona parte dei quali arrivati dal Governo (12) e dalla Regione (5), 2 li ha stanziati il Con.Ami. E così sarà fino al 2025. Un altro milione lo ha invece messo sul tavolo Aci, accollandosi però quelle spese organizzative che hanno fatto lievitare il totale dell’investimento a 28-29 milioni di euro. Un ulteriore costo che però, secondo quanto assicurato dal presidente Angelo Sticchi Damiani, risulta almeno per quest’anno coperto dalla vendita dei biglietti (130mila circa nei tre giorni) per il Gran premio.