Gli studenti: "Il silenzio è mafia. E uccide"

Grande partecipazione alla Marcia dei Valori in occasione del trentennale della morte dei giudici Falcone e Borsellino

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Una giornata di riflessione e non una commemorazione. In una bella giornata di sole, la forza dei valori è stata cantata, letta, disegnata dagli studenti delle scuole di Imola. ‘La Marcia dei Valori’ l’hanno chiamata gli studenti. Perché è dai valori che nasce, cresce e germoglia la legalità. A 30 anni da quel 23 maggio del 1992, in cui persero la vita oltre a Giovanni Falcone, sua moglie Francesca Morvillo, anche lei magistrato e gli agenti della scorta Vito Schifani, Rocco Dicillo e Antonio Montinaro, 1.300 studenti delle scuole, dalle primarie alle secondarie di secondo grado hanno fatto sentire la loro voce, camminando insieme dal cortile delle Carducci fino a piazza Matteotti. Tante magliette bianche a ricordare i lenzuoli bianchi e soprattutto quei concetti puliti alla base della legalità: onestà, trasparenza, giustizia, fratellanza, pace, amicizia, famiglia, impegno e libertà.

Una giornata frutto di tanto impegno. Incontri, laboratori e discussioni in classe per restituire alla città un messaggio semplice: la legalità nasce e germoglia nella società sana. Quella società che Giovanni e Paolo hanno cercato di salvaguardare. Sul palco le autorità. "Anche a Imola siamo riusciti ad organizzare la ‘Marcia dei Valori’ per la legalità, partecipata dalle scuole, come ce ne sono altre in Italia, per dire che ci siamo – ha detto il sindaco Marco Panieri – E il primo applauso va a voi che siete arrivati da tutte le scuole. In questo luogo, che è il cuore della città, luogo storico, avete scelto parole forti, le parole dei valori che animano questa marcia e che sono nel dna della nostra città e che dobbiamo portare ogni giorno nel nostro cuore, per costruire il bene comune". Poi parole di ringraziamento per le forze dell’ordine presenti in piazza, "punto di riferimento fondamentale per garantire ogni giorno la sicurezza delle nostre comunità”.

La professoressa Maria Di Ciaula referente del progetto, partendo dal libro ‘Solo è il coraggio. Giovanni Falcone, il romanzo’ di Roberto Saviano ha parlato "dell’avere il coraggio delle parole, che possono offendere, ma possono anche diventare autorevolezza, parole che contano per la democrazia. L’idea della marcia è nata in classe – ha aggiunto Di Ciaula –. Abbiamo incontrato testimoni diretti della lotta alla mafia, ascoltato e dialogato. Vogliamo che legalità non sia solo una parola ma che diventi concretezza, impegno quotidiano a dare di più per superare le solitudini e ritrovarsi. Siamo contentissimi della risposta dei ragazzi ai vari progetti".

Al teatro Stignani, a conclusione della giornata, la premiazione dei vincitori del concorso ‘È legalità poesia’ indetto dall’Arma dei carabinieri; centinaia le opere in concorso, 80 quelle selezionate per la fase finale, 13 i premiati: in prima media ha vinto Ben Romdhane Ritej (secondo Giuseppe Maniscalco, terza Anna Casadio, premio della critica a Viola Taroni); in seconda media vincitrice Alessia Fresolone (seconda Linda Giacomucci, terzo Jiovinian Okpara Chidiogo, premio della critica ex aequo a Emma Casadio e Filippo Asprelli Libonati); in terza media, primo Gregorio Gabusi (secondo Marco Castellari, terzo Nicolò Bussi, premio della critica a Michele Innocenti).