Green pass e cinema: "Un colpo di grazia per il settore"

Anche le arene all’aperto, come la Rocca, alle prese con le misure. L’amarezza di Franco Calandrini: "La decisione del Governo? Tempistiche troppo strette, si rischia di allontanare dalle sale tante persone"

Pubblico distanziato durante una delle proiezioni del cinema sotto le stelle

Pubblico distanziato durante una delle proiezioni del cinema sotto le stelle

Imola, 25 luglio 2021 - Al cinema solo con il Green pass. E’ uno degli effetti del nuovo decreto con le misure anti-Covid che, dal prossimo 6 agosto, introdurrà l’obbligatorietà della certificazione per gli accessi alle sale di proiezione. Spazi, però, con capienza di pubblico aumentata sia al chiuso che all’aperto. Franco Calandrini, tra i fondatori della cooperativa Start Cinema che dal 2013 gestisce la programmazione dell’arena cinematografica alla Rocca Sforzesca, lei cosa ne pensa? "Se da un lato, in termini di sicurezza, si tratta di una disposizione con il vantaggio di creare location Covid free, dall’altro resto perplesso sul repentino cambiamento delle regole in corsa". Logistiche di ingresso da rivedere. "Ci stiamo già attrezzando per attenerci alle regole. L’ennesimo adeguamento dopo aver settato gli ambienti in funzione dei protocolli sul distanziamento, sui posti preassegnati, sul tracciamento, sull’igienizzazione e sulla misurazione della temperatura corporea. Costi importanti in termini di strumentazione e personale". Perplessità? "Preoccupato. Temo possa essere il colpo di grazia ad un comparto già in difficoltà". Perché? "Si potrebbero creare delle situazioni difficili da gestire che indirizzerebbero poi la clientela verso altre soluzioni. Penso alle proiezioni per famiglie, con nuclei composti da nonni, genitori e figli. Sotto ai 12 anni di età non vige l’obbligatorietà del Green pass ma se una famiglia ha anche un figlio di 13 o 14 anni?". La fascia giovanile è il fulcro di diversi ragionamenti. "Il Green pass introdotto in modo così netto, e con tempistiche piuttosto strette, si potrebbe ripercuotere in modo negativo sui fruitori dei cinema. Non solo. Ho dei collaboratori in lista d’attesa per la somministrazione delle dosi vaccinali con appuntamenti già fissati per la fine agosto. Per loro le proiezioni non sono uno svago ma un lavoro". La vostra utenza a quale forbice anagrafica appartiene? "Adulta, quella più vaccinata. Il mio è un ragionamento generale sulla scia dei dati nazionali degli afflussi di pubblico relativi allo scorso anno. Un crollo di ingressi del 90% nelle sale al chiuso, 70% per le arene che sono spazi all’aperto e sicuri. Numeri confermati anche nelle tendenze di quest’annata". Quindi il Green pass potrebbe non giocare a favore di una risalita del numero dei biglietti? "Un ulteriore pensiero sulle spalle dei gestori di queste attività che sono in difficoltà. La gente non va più al cinema e, con l’avvento di piattaforme video on demand, si sta abituando alle visioni in versione domestica". Le capienze, con il nuovo decreto, sono aumentate. "Con queste percentuali, e meno giovani al cinema, si allontana la sostenibilità dei distributori e delle produzioni del settore. I grandi film hanno costi milionari che si ammortizzano con gli incassi da sale piene. Speriamo non snobbino in futuro il nostro Paese".