Guasto al condizionatore: "Ginecologia è una sauna"

FdI all’attacco: "Ventilatori portatili e ’pinguini’, pazienti messi a dura prova"

Guasto all’impianto di raffreddamento nel reparto di Ostetricia-Ginecologia del Santa Maria della Scaletta, dove le alte temperature di questi giorni stanno mettendo a dura prova pazienti e operatori sanitari. Non un vero e proprio impianto di climatizzazione, quello solitamente operativo in quella parte dell’ospedale, bensì un ricircolo di aria fresca che ha smesso di funzionare. "I parenti vanno avanti e indietro con ventilatori mobili – protestano i consiglieri comunali Nicolas Vacchi e Simone Carapia (FdI) –. E il personale sanitario in certi punti, come negli ambulatori di medicazione e pronto soccorso, ha posizionato dei pinguini: semplici artifizi per sopperire alla meno peggio a una situazione insostenibile".

Detto che non si possono aprire le finestre, perché i neonati devono essere protetti anche dagli insetti, "bisognerebbe garantire un microclima alle degenti e agli operatori", avvertono Vacchi e Carapia. E rilanciano: "La gente è esasperata e si lamenta perché questo è il reparto più bollente dell’ospedale e la situazione si protrae da diverso tempo, senza che la direzione prenda seri e concreti provvedimenti. Pare che in tanti abbiano scritto all’Urp, lamentandosi senza ricevere alcuna risposta".

Per questo motivo, Fratelli d’Italia chiede alla direzione dell’Ausl di prendere "immediati provvedimenti con interventi straordinari per mettere in condizioni di sicurezza e normalità pazienti e operatori. Più che un reparto ospedaliero è quasi una sauna – ricostruiscono Vacchi e Carapia –, nella quale si raggiungono temperature fino a 30 gradi e oltre (misurate da parenti delle pazienti). Un impianto di riscaldamento e raffreddamento che è ormai vetusto e non più in grado di svolgere le proprie funzioni". Il tema potrà essere affrontato nella commissione consiliare Sanità, convocata per lunedì 26 agosto con l’obiettivo di discutere, tra l’altro, di liste di attesa. "Chiederemo conto del malfunzionamento al direttore generale Ausl, Andrea Rossi – concludono Vacchi e Carapia –. Ma ci piacerebbe sapere nel dettaglio quante volte è stato controllato, pulito e fatta manutenzione a questo vetusto impianto. Interrogheremo chi di dovere con un atto ispettivo urgente".