I carabinieri arrestano un operaio infedele

Sorpreso con matasse di rame appena sottratte all’azienda per cui lavora. Altre erano nascoste in garage

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Cercavano tracce di un’irruzione da parte di una banda di ladri arrivati da fuori (ma che in realtà non c’è mai stata), quando a sorpresa hanno colto lui con le mani nel sacco. Dovrà rispondere del reato di furto aggravato continuato l’operaio infedele, di nazionalità italiana, arrestato dai carabinieri della stazione e del nucleo operativo radiomobile di Imola in quanto ritenuto colpevole di aver rubato grossi quantitativi di rame dalla ditta nella quale lavorava.

Tutto è iniziato qualche giorno fa, quando l’azienda in questione, specializzata nella produzione di conduttori per avvolgimenti di macchine elettriche ha subito un furto nella sua sede di via Lasie, nella zona industriale della città. Il copione, in casi come questi, è tristemente noto: la telefonata ai carabinieri, nella speranza che le indagini dei militari dell’Arma possano dare un volto e un nome agli autori del colpo. A volte ci si riesce, altre no. Ma a ogni modo, ben difficilmente si arriva a recuperare la refurtiva. Questa volta, però, tutto è andato in maniera diversa rispetto al solito.

I carabinieri hanno sì avviato gli accertamenti per risalire ai responsabili. Ma già l’altro pomeriggio, mentre controllavano il perimetro esterno della ditta, hanno notato un operaio dirigersi verso il parcheggio. Fin qui niente di strano, se non fosse che l’uomo camminava faticosamente a causa di uno zaino voluminoso che portava sulle spalle. L’operaio, che evidentemente nemmeno si era accorto della presenza dei militari, si è messo al volante di un’auto ed è partito. Tuttavia, dopo pochi metri è stato raggiunto dai carabinieri, che lo hanno sottoposto a una perquisizione veicolare e domiciliare. La ricerca delle prove è terminata con il ritrovamento di oltre 300 chili di matasse di rame, di cui 30 nascoste nello zaino, 18 occultate nella ruota di scorta del veicolo e le rimanenti accatastate nel garage di casa. Insomma, una bella scorta del prezioso materiale conosciuto ormai anche con il nome di ‘oro rosso’. Su disposizione della Procura di Bologna, l’operaio è stato portato in camera di sicurezza, in attesa dell’udienza di convalida dell’arresto.