di Claudia Eleonora Traversa Commercianti pronti ad accettare pagamenti elettronici anche sotto la soglia dei sessanta euro. Anche se qualcuno si affida al ’buon senso’ di chi fa acquisti sperando che ci sia chi rinunci all’uso della carta di credito per saldare conti da qualche euro. Ma loro, i clienti, come la pensano veramente?  "Giro con pochissimi contanti – spiega Carla Baroncini – e se, tanto per fare un esempio, qualche commerciante mi chiedesse di pagare 45 euro in contanti, mi troverei in difficoltà. Non ho carta di credito, solitamente utilizzo il bancomat e molto spesso Satispay per gli importi più bassi in quanto si traduce in meno costi anche per il commerciante. Per importi fino a 20 euro, ad ogni modo, non pago mai con il bancomat perché mi metto nei panni dei commercianti e capisco le loro difficoltà".  Nettamente contrario al tetto dei 60 euro il signor Salvatore Arena. "Io penso che debbano essere accettati i pagamenti con Pos per qualsiasi cifra – ribadisce –. Più contante ’gira’ più si favorisce il giro di denaro nero".  Marco Ricci parla invece da entrambi i punti di vista. "Oltre a essere un cliente, parlo anche in veste di artigiano in quanto ho un’attività, un laboratorio di restauro di mobili antichi, la Bottega della Sedia – spiega –. Io penso che la soglia dei 60 euro per i pagamenti con Pos sia la soluzione giusta per evitare le piccole evasioni fiscali. Giusto favorire il tracciamento del denaro che significa anche più soldi nelle casse dello Stato".  Comprende le esigenze dei commercianti Marco Lopane. E, se da una parte preferisce i pagamenti elettronici, dall’altra si rende conto che le commissioni possono rappresentare un problema per gli esercenti.  "Io uso prevalentemente il bancomat ma, a mio avviso, non dovrebbero neanche esistere le spese di commissione – sottolinea – in quanto, se lo Stato ci impone pagamenti che ci rendano tracciabili, dovrebbe anche mettere i commercianti nella condizione tale da non dover avere costi su ciò che guadagnano". Chi crede, invece, che le scelte del Governo siano un modo per fare passi indietro anziché progredire è Filippo Tampieri. "Io credo sia un po’ come tornare indietro, spero che i negozianti abbiano preso l’abitudine di usare il Pos a prescindere dalla normativa – conclude –. Parlando a nome di molti giovani come me, abituati maggiormente ai pagamenti elettronici, credo sarebbe un disagio avere limitazioni nei pagamenti non in contanti. Sono decisamente contrario all’innalzamento dell’obbligo della soglia dei 60 euro. Vorrei fosse possibile pagare con Pos anche per importi di pochi euro".

Cronaca

di Claudia Eleonora Traversa
Commercianti pronti ad accettare pagamenti elettronici anche sotto la soglia dei sessanta euro. Anche se qualcuno si affida al ’buon senso’ di chi fa acquisti sperando che ci sia chi rinunci all’uso della carta di credito per saldare conti da qualche euro. Ma loro, i clienti, come la pensano veramente? 
"Giro con pochissimi contanti – spiega Carla Baroncini – e se, tanto per fare un esempio, qualche commerciante mi chiedesse di pagare 45 euro in contanti, mi troverei in difficoltà. Non ho carta di credito, solitamente utilizzo il bancomat e molto spesso Satispay per gli importi più bassi in quanto si traduce in meno costi anche per il commerciante. Per importi fino a 20 euro, ad ogni modo, non pago mai con il bancomat perché mi metto nei panni dei commercianti e capisco le loro difficoltà". 
Nettamente contrario al tetto dei 60 euro il signor Salvatore Arena. "Io penso che debbano essere accettati i pagamenti con Pos per qualsiasi cifra – ribadisce –. Più contante ’gira’ più si favorisce il giro di denaro nero". 
Marco Ricci parla invece da entrambi i punti di vista. "Oltre a essere un cliente, parlo anche in veste di artigiano in quanto ho un’attività, un laboratorio di restauro di mobili antichi, la Bottega della Sedia – spiega –. Io penso che la soglia dei 60 euro per i pagamenti con Pos sia la soluzione giusta per evitare le piccole evasioni fiscali. Giusto favorire il tracciamento del denaro che significa anche più soldi nelle casse dello Stato". 
Comprende le esigenze dei commercianti Marco Lopane. E, se da una parte preferisce i pagamenti elettronici, dall’altra si rende conto che le commissioni possono rappresentare un problema per gli esercenti. 
"Io uso prevalentemente il bancomat ma, a mio avviso, non dovrebbero neanche esistere le spese di commissione – sottolinea – in quanto, se lo Stato ci impone pagamenti che ci rendano tracciabili, dovrebbe anche mettere i commercianti nella condizione tale da non dover avere costi su ciò che guadagnano". Chi crede, invece, che le scelte del Governo siano un modo per fare passi indietro anziché progredire è Filippo Tampieri. "Io credo sia un po’ come tornare indietro, spero che i negozianti abbiano preso l’abitudine di usare il Pos a prescindere dalla normativa – conclude –. Parlando a nome di molti giovani come me, abituati maggiormente ai pagamenti elettronici, credo sarebbe un disagio avere limitazioni nei pagamenti non in contanti. Sono decisamente contrario all’innalzamento dell’obbligo della soglia dei 60 euro. Vorrei fosse possibile pagare con Pos anche per importi di pochi euro".

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