
di Enrico Agnessi
Si chiude con un disavanzo di 1,3 milioni di euro il bilancio 2022 della Fondazione Cassa di Risparmio di Imola. Il documento è stato approvato l’altra sera dall’assemblea dei soci con 70 voti favorevoli (51 su 100 i presenti, molti dei quali muniti di delega) e nessun contrario. Per Palazzo Sersanti si tratta del secondo ‘rosso’ in tre anni, dopo un 2020 durissimo (-11,5 milioni) sul quale pesarono pandemia e svalutazioni finanziarie, e il piccolo utile del 2021.
"Sono arrivati risultati negativi dai mercati nonostante investimenti diversificati e destinati comunque a recuperare presto i loro valori – spiega il presidente della Fondazione, Rodolfo Ortolani, ricostruendo quanto accaduto lo scorso anno e rivolgendo lo sguardo al 2023 –. Il mercato azionario e quello obbligazionario hanno perso rispettivamente il 18 e il 16%, un caso unico. Ma siamo investitori di lungo periodo, e sappiamo come affrontare queste situazioni. Il 2023, in questo senso, sta dando buoni risultati. E speriamo che continui così".
Nessun pericolo, assicura Ortolani, sul fronte delle erogazioni alla città. La Fondazione, che può contare su un patrimonio netto superiore ai 140 milioni, da sempre sostiene infatti il tessuto socio-economico e culturale di Imola attraverso i contributi a enti e associazioni del territorio. "Contiamo di confermare quelle degli anni scorsi e di attestarci, per quanto riguarda il 2023, sui 2 milioni e 750mila euro del 2022 – prosegue il numero uno di Palazzo Sersanti –. Tale continuità è resa possibile anche dal fatto che negli anni sono stati fatti importanti accantonamenti, pensando proprio al futuro".
Il risultato negativo nel bilancio 2022 della Fondazione Cassa di Risparmio di Imola non lascia tranquillo il consigliere comunale della Lega, Simone Carapia. "Siamo molto preoccupati per la città perché le erogazioni di Palazzo Sersanti rappresentano per Imola un fatto significativamente importante – osserva l’esponente di opposizione –. Un anno sfortunato per la Borsa? Se si fanno i confronti con enti simili, si vedrà che ci sono Fondazioni il cui risultato è stato fortemente positivo, come nei casi di Bologna e Ravenna".
Per questo motivo, Carapia auspica un cambio al timone di Palazzo Sersanti. "I risultati negativi sono ascrivibili unicamente a questa gestione, perché come noto i soci sono tanti ma tutti nominati attraverso un meccanismo blindato che non favorisce il pluralismo rappresentativo – è sempre la lettura del leghista –. Con l’attuale andamento, c’è da attendersi una riduzione dei contributi. E si auspica che venga fatta, dopo, una attenta analisi degli enti beneficiari, dichiarando da subito quale politica intendano seguire al riguardo. Speriamo in un cambio di gestione per riavere progetti importanti, così come fu nel passato. Serve adottare un diverso comportamento. La preoccupazione è tanta e doverosa per una pietra miliare della città".