I matti dell’Osservanza Al comunale Stignani va in scena l’Oreste che parla con l’Ermes

Al via domani la prevendita dello spettacolo ambientato nell’ex manicomio. Claudio Casadio dà vita a una riflessione sull’abbandono e l’amore negato.

I matti dell’Osservanza  Al comunale Stignani  va in scena l’Oreste  che parla con l’Ermes

I matti dell’Osservanza Al comunale Stignani va in scena l’Oreste che parla con l’Ermes

Riparte la stagione di prosa 20222023 del teatro comunale Ebe Stignani. Da mercoledì 8 a domenica 12 sarà in scena ‘L’Oreste - Quando i morti uccidono i vivi’, di Francesco Niccolini, con Claudio Casadio. La prevendita dei biglietti al botteghino di via Verdi partirà domani dalle 16 alle 19, proseguirà martedì 7 dalle 10 alle 12 e poi resterà attiva nei giorni degli spettacoli. Tagliandi disponibili anche online, dalle 19.30 di sabato 4 marzo, su Vivaticket.com.

L’Oreste è internato nel manicomio dell’Osservanza. È stato abbandonato quando era bambino e da un orfanotrofio a un riformatorio, da un lavoretto a un oltraggio a un pubblico ufficiale, è finito lì dentro perché, semplicemente, in Italia un tempo andava così. Dopo trent’anni non è ancora uscito: si è specializzato a trovarsi sempre nel posto sbagliato nel momento peggiore. Non ha avuto fortuna l’Oreste e nel suo passato ci sono avvenimenti terribili che ha rimosso, ma dai quali non riesce a liberarsi: la morte della sorella preferita, la partenza del padre per la guerra, il suo ritorno dalla campagna di Russia tre anni dopo la fine di tutto e poi la sua nuova partenza, di nuovo per la Russia, per una fantastica carriera come cosmonauta, e - come se tutto questo non bastasse - la morte violenta della madre, una madre che lo ha rifiutato quando era ancora ragazzino con i primi problemi psichici.

Eppure l’Oreste è sempre allegro, canta, disegna, non dorme mai, scrive alla sua fidanzata (che ha conosciuto a un "festival per matti" nel manicomio di Maggiano a Lucca), parla sempre. Parla con i dottori, con gli infermieri, con un’altra sorella che di tanto in tanto viene a trovarlo, ma soprattutto parla con l’Ermes, il suo compagno di stanza, uno schizofrenico convinto di essere un ufficiale aeronautico di un esercito straniero tenuto prigioniero in Italia. Peccato che l’Ermes non esista. L’Oreste è una riflessione sull’abbandono e sull’amore negato. Su come la vita spesso non faccia sconti e sia impietosa. E su come, a volte, sia più difficile andare da Imola a Lucca che da Imola sulla Luna. Uno spettacolo originalissimo, di struggente poesia e forza, in cui fluiscono momenti drammatici e altri teneramente comici.