I piccoli comuni sanno essere molto vicini

Migration

Gabriele

Meluzzi*

A più di un mese dall’arrivo delle prime persone in fuga dall’Ucraina da Fontanelice sono transitate più di dieci persone. Alcune si sono fermate pochi giorni, altre risiedono ancora in paese. La risposta di una piccola comunità, all’interno di un sistema che prevede regole condivise, ha alcune peculiarità, sia nel bene che nel male. Da un lato le risorse a disposizione per affrontare problemi contingenti sono ridotte, a volte inesistenti, quindi farsi carico di certe situazioni è difficile se non impossibile. Dall’altro lato però ci sono aspetti positivi. Una piccola comunità è in grado di attivarsi subito, di farsi sentire, di accogliere in un contesto nel quale le persone, in questo caso i profughi ucraini, possono trovare un “clima famigliare”. A Fontanelice un nucleo di quattro persone ha trovato ospitalità prima presso una famiglia che ha ‘sacrificato’ per qualche settimana la propria quotidianità per spirito di solidarietà, poi a casa di una signora che con generosità ha deciso di mettere a disposizione parte della sua abitazione. A prescindere dal caso specifico, la comunità ha risposto alle raccolte di beni di prima necessità e si è mossa per fare la sua parte, questo grazie anche allo stimolo venuto dalla comunità ucraina locale, piccola ovviamente, ma integrata e attiva. Logicamente questo tipo di reazione può funzionare in contesti “ristretti”, ma allo stesso tempo mette in luce spunti interessanti per ragionare di accoglienza, ricordandoci che i piccoli comuni hanno tra i loro punti di forza anche quello di essere comunità accoglienti vicine alle persone.

*Sindaco di Fontanelice