Alle 13 di ieri erano 155 i cittadini ucraini arrivati nell’area metropolitana di Bologna e già censiti. Cinque in più rispetto agli spazi attualmente a disposizione. 70 profughi all’Unaway Hotel di San Lazzaro, 13 in due appartamenti dell’Opera Padre Marella, 10 in un Cas a Casalfiumanese, 30 in strutture private a Castel San Pietro ed è in corso di attivazione un Cas a Loiano per 28 posti. Lo fatto sapere il prefetto Attilio Visconti in un incontro. "In costante contatto con sindaci, Regione e Ausl faccio un appello a chi ha a disposizione strutture ricettive o appartamenti vuoti, da convertire in Cas per far fronte alle richieste di alloggi per i profughi. Sarebbe ottimale riuscire ad avere 30 posti per ciascun comune, per un totale di 1.500 su tutta l’area metropolitana – ha spiegato il prefetto –. Faccio appello a tutti i sindaci e cittadini che vogliano cimentarsi nell’esperienza di gestire un Cas di proporsi". Invocando allo stesso tempo, a livello centrale, procedure più ‘snelle’, perché "la disciplina giuridica che regola oggi la gestione dei Cas non va bene per questo tipo di emergenza". Intanto si muovono i sindaci dell’Imolese, dove si pensa di poter ospitare tra i 10 comuni una settantina di ospiti, tra bambini, donne e anziani. La “prima accoglienza” ai cittadini ucraini privi di alloggio sarà fornita tramite la rete dei Cas (Centri di accoglienza straordinari), gestiti da cooperative sociali eo associazioni, rispetto ai quali la Prefettura ha aperto il bando: è una procedura alla quale i gestori interessati possono candidarsi direttamente. I riferimenti al link: www.prefettura.itbolognanewsBandi_di_gara_e_contratti-13290319.htm#News_112715. Sarà prevista anche una “seconda accoglienza” attraverso la rete del SAI (Sistema di Accoglienza e Integrazione), per la quale il governo si sta attivando. Al momento la rete Cas e quella Sai sono le uniche che beneficiano di finanziamenti nazionali. Misure sanitarie: ...
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