I sanitari non devono mai sentirsi soli

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Mirella

Collina*

Nonostante l’inasprimento delle pene e la procedibilità d’ufficio, le aggressioni al personale sanitario non diminuiscono. Il disagio sociale, economico, lavorativo e psicologico, in crescita, scatena una frustrazione che spesso sfocia in aggressione verbale verso gli altri.

A farne le spese vi sono anche gli operatori sanitari aggrediti da quegli utenti che pretendono risposte e prestazioni celeri o immediate, dimenticando che non sono certo i lavoratori ad essere i responsabili dei tempi di attesa o delle problematiche organizzative.

Alcune azioni sono già previste dalla normativa, come l’Osservatorio dei casi, ma diventa essenziale una formazione puntuale per il personale sanitario, finalizzata a prevenire e gestire le situazioni di conflitto, nonché a migliorare l’efficacia della comunicazione con gli utenti. È importante che gli operatori sanitari non si sentano soli ed è per questo è necessario rafforzare il lavoro di equipe, già presente in psichiatria dove è fondamentale questa prassi per la tutela degli operatori. Si dovrebbe formare una squadra ad hoc che possa intervenire in caso di emergenza, composta da uno psicologopsichiatra, da guardie giurate o Polizia di Stato, per consentire un pronto intervento sulle 24 ore. Per le postazioni più a rischio e isolate, l’attivazione di strumenti tecnici che consentano la chiamata tempestiva del gruppo di intervento.

La Funzione Pubblica Cgil ha chiesto più volte l’apertura di un tavolo di confronto per affrontare il problema e come Cgil riteniamo che non si possa più attendere per il bene degli operatori e della maggior parte degli utenti che civilmente si recano nei servizi sanitari.

*segretaria Cgil Imola