REDAZIONE IMOLA

"Il Cau va realizzato vicino al pronto soccorso"

"Il Cau va realizzato vicino al pronto soccorso"

"Consideriamo la scelta poco lungimirante per la città e destinata a non ottenere i risultati prefissati. Invitiamo il sindaco e la direzione Asl a ripensare il progetto". L’associazione Noi Imola, da sempre attiva sui temi sanitari, boccia l’ormai imminente nascita del Cau (Centro di assistenza urgenza) nella zona dell’ospedale vecchio sulla base di un processo che verrà messo in campo in tutta la regione.

"È la risposta che la Regione ha indicato per ridurre gli accessi ‘impropri’ al pronto soccorso – ricostruiscono da Noi Imola –. Si inserisce all’interno della Riforma del sistema dell’emergenza-urgenza regionale in cui grande rilievo acquista l’istituzione del numero telefonico europeo 116117, dedicato alle chiamate per cure mediche non urgenti. Quindi il cittadino con un problema di urgenza minore non dovrà andare in pronto soccorso, ma telefonare al 116117 dove risponderà un operatore non sanitario. Primo punto critico: come fa il paziente a capire se il suo problema ha le caratteristiche di urgenza minore? Un dolore addominale può essere dovuto a molteplici cause, dalle più banali alle drammatiche".

Non è finita. Secondo ‘Noi Imola’ c’è un ulteriore punto critico. "La risposta alla telefonata del paziente con dolore addominale è affidata non a un sanitario con esperienza in grado di fare un primo orientamento diagnostico – ricordano dall’associazione – ma a un operatore tecnico, non sanitario, che si serve di un sistema informaticoche lo guida nella scelta della risposta, con i possibili rischi di errore".

Il paziente può essere così indirizzato al Cau, che a Imola nascerà in via Caterina Sforza nella sede attuale della Continuità assistenziale (padiglione 15).

"È opportuno, dove possibile, valutare la presenza di un Cau in prossimità di un Dea di I e II livello", che vuole dire adiacente a un Pronto soccorso, sottolineano da Noi Imola citando quanto contenuto nelle indicazioni della Regione. E ancora: "Nel Centro di assistenza urgenza, gli infermieri sono dipendenti Asl mentre i medici sono quelli inseriti nella Continuità assistenziale oppure sono dei medici che aderiscono volontariamente al servizio – aggiungono dall’associazione –. In genere si tratta di medici giovani, specializzandi. Quindi è probabile che avvenga un turnover di professionisti che non riusciranno a formarsi nell’utilizzo delle apparecchiature che sono previste essere presenti: Ecg, Ecografia, Spirometria ecc.".

In definitiva, secondo ‘Noi Imola’, il Cau di via Caterina Sforza rischia di "rimanere un semplice ambulatorio di Continuità assistenziale aperto dalle 8 alle 20 senza migliorare la qualità del servizio. Il rischio reale è che i cittadini – concludono dall’associazione – continueranno ad andare in pronto soccorso e verrà meno lo scopo di decongestionarlo dai codici bianchi e verdi. Localizzarlo invece nel contesto dell’ospedale nuovo, come è stato fatto a Ravenna, cambierebbe la prospettiva sia per il paziente che sarebbe rassicurato dalla contiguità del Pronto soccorso e sia per i medici del Centro di assistenza urgenza".