Il ghiaccio uccide Sottozero per 10 ore "A rischio albicocche, ciliegie e pesche"

Il climatologo Ravaldi: "A Sesto Imolese si è scesi fino a meno cinque. Temperature così fanno male in pianura ma soprattuto a fondovalle. Le gemme socchiuse non possono resistere a questi picchi".

Il ghiaccio uccide  Sottozero per 10 ore  "A rischio albicocche,  ciliegie e pesche"

Il ghiaccio uccide Sottozero per 10 ore "A rischio albicocche, ciliegie e pesche"

La grandine non era sufficiente. Ci si è messo anche il gelo. L’ondata di freddo, peraltro prevista, seguita all’irruzione di venti gelidi da est e nord-est ha fatto precipitare le temperature nella notte tra il 5 e ieri. La rete meteorologica che fa capo all’istituto Scarabelli (e che è compresa nella più grande copertura di monitoraggio regionale) ha fatto segnare -5° a Sesto Imolese, proprio la zona che domenica è stata colpita gravemente dalla grandine.

"Temperature come queste fanno male in pianura ma anche, forse soprattutto, al fondovalle", spiega Fausto Ravaldi, ex professore dello Scarabelli e coordinatore della rete meteo dell’istututo agrario. "La minima a 50 centimetri da terra è scesa a -5° – riepiloga il professore – Il problema più grave è che il gelo si è protratto per ore: dalle 22 del 5 aprile alle 8 di oggi (ieri per chi legge, ndr). Quello che conta di più, in casi come questi, è infatti quanto si protrae il gelo: è durato dieci ore, ad almeno un metro dal suolo. Tutte le gemme, fino a quell’altezza da terra, hanno poco scampo: non ce la fanno, soprattutto se sono già un po’ aperte (perché se sono chiuse sono protette dalla lanugine). La parte centrale delle gemme, ancora embrionale, è più vulnerabile, perché giovanissima e molto idratata. La linfa è molto salina e ghiaccia a -2, -2,5°. ma qui siamo scesi a -5°".

L’aria freddissima si accumula negli strati vicini al suolo, e a due metri dal terreno la situazione è diversa. "Temperature sotto zero, a Sesto, dalle 23 del 5 fino alle 8 di oggi (sempre ieri per chi legge, ndr), ma mentre a 50 centimetri dal suolo (è la temperatura agrometeorologica) si era a -5°, a due metri (altezza standard delle temperature meteorologiche) si sono toccati solo i -3°. Alle 7 a mezzo metro da terra si era a -5°, invece a due metri si era a -0,8°".

In questa situazione chi soffre? "Soffrono gli albicocchi, i peschi, i ciliegi, soprattutto quelli ad alberello basso – risponde Ravaldi – In generale soffrono tutte le piante basse, ed è per questo motivo che in pianura gli alberi da frutto sono tenuti un poco più alti, perché con queste temperature i fiori vengono uccisi dal gelo fino a un metro e mezzo da terra. Più in generale, con questo gelo i frutticini soffrono parecchio".

Per spiegare meglio l’inversione termica, bastano due dati dalla stazione di Montecatone, a 267 metri sul livello del mare: "Qui siamo stati sotto zero solo per tre ore – spiega Ravaldi – con -0,3°-0,2°. Alle 8 si era già a +0,8°, mentre a Sesto si era a -5°. Allo Scarabelli, in città, ci siamo fermati a metà strada".

"Purtroppo questo gelo a Pasqua è diventato un’abitudine – riflette Ravaldi – Il problema è il caldo di febbraio-marzo, con le gemme che si aprono e dopo arrivano i problemi. Chi in campagna aveva la ventola, l’ha attivata, anche per tre notti: le pale miscelano l’aria gelida a contatto del terreno con quella meno fredda appena sopra, e il gelo dà meno problemi. Ma bisogna considerare che queste apparecchiature sono alimentate a gasolio, oppure sono elettriche, e comunque rappresentano un costo. Ma nelle zone che storicamente sono più vulnerabili al gelo, bisognerebbe averle".

Maurizio Marabini