ENRICO AGNESSI
Cronaca

Il no al tunnel ferroviario. Alluvioni e sicurezza, ecco perché Rfi è contraria

Raddoppio della Bologna-Castel Bolognese, presentata la relazione conclusiva. La linea storica sarà riservata al passaggio di servizi metropolitani e regionali,. ma passeranno anche gli Intercity che fermano a Imola e alcuni treni merci.

Rete ferroviaria italiana ha presentato la relazione per la nuova ferrovia

Rete ferroviaria italiana ha presentato la relazione per la nuova ferrovia

Pericolo in caso di alluvioni, necessità di una doppia galleria con imbocchi distanti dal centro abitato (nonché a una quota particolarmente profonda) e difficoltà nell’ottenere i permessi per portare avanti il progetto. Sono questi i motivi che spingono Rfi – Rete ferroviaria italiana a bocciare l’ipotesi (sostenuta dai comitati di cittadini e in buona parte anche dagli enti locali) di procedere con la costruzione dei due nuovi binari attraverso un interramento della linea. Una "serie di importanti di criticità", le definiscono i tecnici, parlando della fattibilità tecnica dell’opera.

È tutto scritto nelle 492 pagine di relazione conclusiva stilata da Rfi al termine del dibattito pubblico relativo al discusso raddoppio della linea ferroviaria Bologna-Castel Bolognese, primo tratto del potenziamento con caratteristiche di alta velocità e alta capacità (Av/Ac) della direttrice Adriatica.

Come ormai noto, il progetto prevede di riservare la linea storica "al passaggio di servizi metropolitani e regionali, ma non in via esclusiva, garantendo anche servizi Intercity che fermano a Imola e la quota residuale di traffico merci da/per i raccordi che sono collegati con la linea storica", si legge nella relazione. "La nuova coppia di binari – recita sempre il documento – verrebbe invece dedicata al transito di servizi lunga percorrenza a mercato (Alta velocità) e merci, che possono bypassare le zone a più elevata antropizzazione attualmente attraversate dalla linea storica".

Bocciata già da tempo l’ipotesi di ‘affiancamento stretto’ agli attuali binari, al momento le tre ipotesi (in viadotto) che Rfi mette sul tavolo sono: corridoio accanto all’A14, a Sud o a Nord della stessa autostrada. Quest’ultima sarebbe digerita anche dal sindaco Marco Panieri, che nei mesi scorsi ha definito tale percorso "il più plausibile". Meglio ancora sarebbe però, per enti locali e soprattutto per i battaglieri comitati cittadini che si sono formati spontaneamente, procedere con l’interramento. Ipotesi che però, come si diceva all’inizio, viene praticamente già scartata da Rfi.

"Per mettere in sicurezza la galleria in caso di alluvioni, sarebbe necessaria la realizzazione di muri di contenimento e coperture delle rampe – si legge nella relazione –, per salvaguardare l’infrastruttura dal rischio di allagamento e con l’impossibilità di garantire alle strutture di imbocco un’adeguata trasparenza idraulica, necessaria per assicurare un corretto deflusso delle acque, soprattutto considerando che si tratta di un’area a rischio alluvioni medio ed elevato".

E ancora: "Gli imbocchi della galleria dovrebbero essere collocati distanti dall’abitato di Imola per ridurre il rischio idraulico e mantenere le pendenze ferroviarie che consentano di portare l’infrastruttura a una profondità di 30/40 metri, per evitare gli impatti sui fabbricati soprastanti".

Quanto alla galleria, di circa nove chilometri, "dovrebbe essere realizzata con una doppia canna (due singole gallerie) con bypass di sicurezza per l’eventuale evacuazione dei passeggeri".

Sempre secondo Rfi sarebbe inoltre necessaria l’installazione di un "sistema di drenaggio e pompaggio per estrarre l’acqua piovana", oltre a prevedere la realizzazione di "vasche di accumulo accessibili dalla superficie, posizionate in corrispondenza del tratto più profondo della galleria".

Infine, "è necessario tenere conto della difficoltà di ottenere i permessi e le autorizzazioni dagli enti competenti – concludono da Rfi – per i rischi connessi alla sicurezza ferroviaria e alle compatibilità idrauliche".