Il San Domenico chiude due mesi per lavori

Al via l’annunciato rinnovo delle cucine, dai rivestimenti agli impianti. Il sindaco Panieri porta allo chef Mascia guanti e caschetto

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Istantanee di vita cittadina. Stanno cominciando i lavori nel più rinomato ristorante cittadino, il bistellato San Domenico, e il sindaco non dimentica di fare alla squadra del locale di via Sacchi il proprio in bocca al lupo. Marco Panieri lo fa in modo scherzoso, portando allo chef Max Mascia un bel caschetto protettivo per cantieri di colore arancione, con il logo dell’autodromo, e un paio di guanti da lavoro. Così ora il capo della squadra dei cuochi ha tutto per procedere in sicurezza con i lavori.

Al di là degli scherzi, sono al via gli importanti lavori con i quali il San Domenico intende rinnovare da cima a fondo la cucina del ristorante. Arriva dunque la tecnologia 4.0 attraverso nuove cucine interamente rinnovate, volute, ideate e disegnate proprio da Mascia. Un progetto completo, maturato in oltre 2 anni di lavoro assieme ad architetti e tecnici, che riflette e traduce la visione imprenditoriale di Max.

Mascia ha studiato il progetto perché possa entrare nelle campagne degli incentivi statali, perché le cucine diventino sostenibili con introduzione dell’induzione e il controllo globale dei flussi energetici, delle eccedenze. Il progetto coinvolge tutto il territorio attraverso aziende e maestranze italiane e locali, tra cui De Manincor di Trento che ha affiancato Max nello studio e la progettazione, le ceramiche di Imola e molti altri artigiani. E per la prima volta al San Domenico, i commensali entreranno in cucina con la chef table: una sala privata proprio di fronte alla brigata al lavoro, un ambiente contemporaneo dove pasteggiare vicino allo chef, dove pranzare o cenare in estrema privacy, osservando in diretta lo spettacolo della grande cucina.

Max Mascia commenta così il grande evento: "Sento la necessità, oggi che il San Domenico compie 52 anni, di donare le mie forze e i miei sacrifici alla Casa che mi ha accolto, cresciuto, formato; che mi ha dato e che mi dà ogni giorno la possibilità di esprimere me stesso attraverso una cucina semplice, attenta, precisa, vera. Il progetto della nuova cucina è un sogno che si realizza, sintetizza la volontà di migliorarsi ogni giorno, di non accontentarsi, di non dare niente per scontato perché nella vita, non solo nel lavoro, le cose scontate non esistono. Esistono l’impegno e la passione che tutte le ragazze e tutti i ragazzi ogni giorno mettono a disposizione dell’ospite che è e rimane il fulcro del nostro lavoro. Questo progetto è una dichiarazione d’amore per il San Domenico, per la sua storia che ammiro e rispetto e per il futuro che voglio scrivere".

In un ambiente ricco di arte (basta guardare alle pareti), non va dimenticata la cantina: un autentico caveaux costruito oltre cinquecento anni fa e che oggi contiene quasi 2.400 etichette e oltre 15mila bottiglie, tesori dell’enologia nazionale e internazionale di annate rare e preziose. Qui il ‘capo’ è il sommelier Francesco Cioria, mentre nel ristorante lavorano sempre lo chef Valentino Marcattilii, suo fratello Natale e il figlio di questi, Giacomo, che conduce la sala. Gli spazi della cucina sono ampi circa trecento metri quadrati; dodici i membri della brigata che si occupa di fare stare bene i commensali a tavola ormai da 52 anni.

In questo periodo di chiusura il San Domenico ha in programma qualche evento in giro per l’Italia, da Venezia a Roma alla Sardegna. Poi, se tutto andrà come deve andare, nel giro di due mesi il ristorante dovrebbe riaprire. Appuntamento dunque ad inizio estate.

red. cro.