Valerio Baroncini
Cronaca

Imola, assalto rosso all’autodromo. Il Gran premio deve restare qui

Migliaia di ferraristi colorano l’immensa folla che ha seguito prove e qualificazioni della Formula Uno. Le istituzioni al lavoro perché non sia l’ultima gara, ma serve un’alleanza più larga per centrare l’obiettivo

Un entusiasmo travolgente: il Gran Premio dell’Emilia-Romagna sta attirando a Imola centinaia di migliaia di appassionati. Tanti i tifosi Ferrari ma tanti anche i supporter del giovane pilota bolognese Kimi Antonelli

Un entusiasmo travolgente: il Gran Premio dell’Emilia-Romagna sta attirando a Imola centinaia di migliaia di appassionati. Tanti i tifosi Ferrari ma tanti anche i supporter del giovane pilota bolognese Kimi Antonelli

Imola, 17 maggio 2025 – Si può ignorare la storia? Si può far finta di vedere, sotto i colpi dei petrodollari e dei signori delle Big Tech, la passione e il senso di una comunità? Si può, nel nome di una divinità blasfema e meschina come il profitto, dare una spallata a un tempio del motorsport? No, non si può.

Il Gran Premio visto dall’alto

Non si può soprattutto dopo aver visto la marea umana che da giorni affolla Imola e l’Emilia-Romagna, generando un indotto da almeno 300 milioni di euro e riempiendo gli alberghi da Bologna fino al mare. Non si può, infine, dopo i primi numeri che giungono dall’autodromo Enzo e Dino Ferrari: sarà l’edizione dei record, si supereranno le 200mila presenze e si arriverà, con ogni probabilità, attorno a quota 220-230mila,

Numeri non censibili negli anni degli abusivi e degli invisibili che scavalcavano dalle reti fra i frutteti e tuffandosi nel Santerno, numeri non immaginabili negli anni della crisi che ha portato, nel 2006, alla cancellazione del Gp nonostante i trionfi di Michael Schumacher. E’ un successo prima di tutto della città, che ha saputo ricostruire un legame andato perduto per 14 anni. E’ stato un lavoro tessuto in prima persona dal sindaco Marco Panieri, che con uno staff coeso ha riempito non solo Tosa e Rivazza, ma anche le strade e le piazze – oltre in 30mila venerdì per l’Imola Fan city experience. Un pienone (sono tornati pure i tedeschi) che gli imolesi ricordavano solo alla fine degli anni Ottanta e all’inizio dei Novanta.

Un legame riacciuffato durante l’annata Covid e ora tragicamente a rischio. Il nuovo calendario ancora non è uscito, ma Imola potrebbe seriamente non essere nel Circus 2026 e le istituzioni devono lavorare insieme (dal Governo alla Regione al Comune appunto) per tentare il tutto per tutto. Il presidente della Regione Michele de Pascale e il sindaco Panieri lo dicono senza peli sulla lingua: “È arrivato il momento di affrontare, approfondendo ogni aspetto economico, organizzativo e tecnico, l’opportunità del rinnovo del contratto per ospitare la Formula 1 a Imola oltre il 2025. Il contratto siglato nel 2021 prevedeva il ritorno stabile del Gran Premio fino al 2025. L’edizione 2023 fu purtroppo annullata a causa della tragica alluvione: tutti i soggetti istituzionali coinvolti si impegnarono formalmente a recuperare quell’edizione nel 2026. È un impegno che è stato ribadito più volte”.

Coraggio. Fiducia. Imola, per Regioni e Comune è un segnale di speranza: ma il Formula One Group e Liberty Media, seppure guidati (ironia della sorte) dall’imolese Stefano Domenicali, lo capiranno? O troveranno una soluzione? Governatore e sindaco sono netti: “È il momento che anche gli altri partner coinvolti facciano la loro parte. È tempo di scegliere di confermare un evento che unisce prestigio internazionale, promozione del Made in Italy e ritorni economici e turistici concreti per la nostra terra e per il Paese”.

E’ un appello prima di tutto al Governo, con uno sguardo all’Automobile Club ora commissariato e in attesa di congresso. Ma è un appello che va rivolto a un intero sistema e tutta la comunità, imprese comprese: se si alza in continuazione il fee d’ingresso per organizzare una gara di F1 (fino a 50/60 milioni di euro) non c’è futuro per alcun autodromo europeo. Da Imola parte il rombo finale per una battaglia che è e deve essere, prima di tutto, cuturale.