Ius scholae, il Consiglio si mobilita

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Il Consiglio comunale di Castel San Pietro Terme in prima linea per lo Ius Scholae. Nella seduta di martedì è stato infatti approvato l’ordine del giorno a prima firma di Sara Rouibi e a seconda di Francesca Marchetti, con i voti favorevoli dei gruppi consiliari “Pd – Uniti al Centro per Castello - Castello in Comune” e “Movimento 5 Stelle” e il voto contrario del gruppo “Prima Castello”. L’odg impegna la giunta a promuovere, per tutti coloro i quali acquisiscono la cittadinanza italiana, una cerimonia pubblica in data 31 marzo di ogni anno, per sottolineare il valore culturale e sociale dell’essere diventati legalmente cittadini italiani, nella quale avverrà la consegna di una copia dello Costituzione, un kit di cittadinanza e un attestato personalizzato a ricordo della giornata. "Dal Consiglio comunale di Castel San Pietro Terme un messaggio forte e chiaro di giustizia e uguaglianza – sottolinea la consigliera Sara Rouibi –. Non è più tempo di aspettare: il Parlamento deve approvare la nuova legge sulla cittadinanza. Chi nasce eo cresce in Italia e frequenta la scuola è cittadino italiano. L’ordine del giorno intende dar voce a tutte le ragazze e i ragazzi garantendo loro la cittadinanza italiana attraverso procedure più inclusive, certe e rapide rispetto a quelle attuali".

In questi giorni la riforma della cittadinanza è arrivata alla Camera e diversi territori emiliano-romagnoli, a partire dal Comune di Bologna e dalla Regione Emilia-Romagna, stanno sostenendo la riforma. "Questa è un’occasione per approvare una legge storica, che rappresenta una battaglia di civiltà per tanti bambini e ragazzi e che hanno il diritto di essere italiani al pari dei loro coetanei", conclude Rouibi. "Questo è un ordine del giorno di grande valore e fortemente attuale – sottolinea invece l’assessora Giulia Naldi con delega al Welfare, alla Scuola e alle Pari Opportunità –. Il nostro è un territorio che ha fatto dell’inclusione la sua bandiera, a partire dai servizi, per arrivare alle attività della comunità, del terzo settore, delle associazioni. Lo spirito che si respira è quello dell’accoglienza. Ma non basta, servono delle riforme. La legge sulla cittadinanza non rispecchia più la realtà in cui viviamo".