di Francesca Pradelli
È vero, i libri sono aumentati di costo, ma il vero problema è l’impossibilità dell’usato. Comincia così la testimonianza di Chiara Pelliconi, proprietaria della cartoleria ‘Arcangeli’, commerciante di libri e materiale scolastico del centro di Imola.
In questi giorni che portano all’inizio dell’anno sui banchi, il tema degli aumenti dovuti al ‘caro-scuola’ è molto caldo.
"Il problema per le famiglie non è soltanto il fatto che il costo della carta quest’anno sia aumentato del 10%, andando a incentivare il prezzo dei libri scolastici – illustra meglio la Pelliconi –, quanto più che ogni anno le case editrici cambiano edizione dei testi. Quindi, un libro utilizzato nell’anno scolastico 2022-2023, non può essere riutilizzato l’anno successivo. Questo comporta sicuramente un aumento di spesa per il nucleo famigliare".
Per fare un esempio più specifico che spieghi ciò, la commerciante racconta di un ragazzino di tredici anni il quale, costretto a ripetere l’anno, si è ritrovato a dover comprare tutti i libri nuovi pur non avendo cambiato professori. Questo problema viene ripreso da Isabella Cantagalli, della cartoleria ‘Marondoli’: "Le lamentele non sono così nuove, ogni anno c’è purtroppo un aumento della carta, però questo cambio continuo di edizioni non aiuta".
Il cambio di edizione continuo viene sottolineato anche da Luca, proprietario della libreria ‘Mondadori’. "Eravamo pronti al rincaro dei prezzi, anche la nostra utenza lo era – dice – ma l’impossibilità di utilizzo di libri di seconda mano è un problema non da poco, per chi è in difficoltà. E negli ultimi cinque anni, nonostante i libri scolastici siano considerati beni essenziali, c’è stato un cambio di edizione annuale".
Qualcuno, però, in merito a quanto espresso sino ad ora, ha un’opinione più pungente, ritenendo che il problema, più che l’aumento dei costi, sia la mancanza di voglia di investimento sul futuro dei giovani. Lo racconta Adriano Lanzoni, proprietario dell’omonimo negozio di libri scolastici. "La verità? È che le persone non vogliono più spendere soldi in libri – sostiene –. C’è una propaganda irrealistica. I prezzi che ho sentito al telegiornale non corrispondono a quelli veritieri. È vero l’aumento, ma sento parlare di spese intorno ai 1.300 euro di materiale scolastico, non è così". E, sempre in merito alla problematica del cambio continuo di edizioni, ci tiene a puntualizzare qualcosa. "Viviamo in una società in continuo avanzamento. Ad oggi, si studiano materie nuove che un tempo non si facevano. Prendiamo ad esempio l’informatica. Ogni anno c’è un nuovo sviluppo di tecnologie. È ovvio che si muti edizione più di frequente", spiega Lanzoni.
Il quale ritiene che in molti cerchino il capro espiatorio dell’aumento dei prezzi nel settore dell’editoria, nonostante l’inflazione non abbia lasciato scampo a nessuno. "Non capisco perché non si parli dell’aumento di prezzi di altri beni essenziali e ce la si prenda sempre con i libri. Anche le case editrici devono campare in qualche modo. Però le persone se lo scordano sempre", conclude il commerciante.