Gentile direttore, la sera del 16 giugno ennesimo episodio di degrado nel pieno centro storico di Imola. Due balordi si sono palesati alle cassiere di un piccolo mini-market, visibilmente alticci, e uno dei due ha iniziato a rivolgere alla cassiera veri e propri insulti e imprecazioni, solo perché a detta di questo energumeno lei lo avrebbe guardato male.. Istintivamente sono intervenuta in difesa della cassiera donna, invitando verbalmente il signore a moderare il linguaggio, ma ahimè l’effetto causato dal mio intervento è stato quello di innervosire maggiormente il tizio, che si è avvicinato a me, e in prossimità del mio viso, mi ha minacciato di gravi conseguenze se non fossi stata zitta! L’arrivo provvidenziale della responsabile, sempre donna e ci tengo a sottolinearlo, ha evitato l’inevitabile, perché io non ero affatto disposta a sentirmi urlare in faccia di stare zitta... Frequento quel negozio fin da quando ha aperto, e posso confermare che non è il primo episodio di violenza e degrado a cui ho dovuto assistere... Nessuno interviene: né le forze dell’ordine, che a detta delle cassiere giungono sul posto sempre in ritardo, e neppure il sindaco di Imola e la Giunta che fingono che tutto vada bene, quando nella realtà dei fatti il crescente degrado del centro storico è sotto gli occhi di tutti noi. Dove sono finiti i poliziotti di quartiere? È possibile che non si possa fare un task-force per risolvere il problema degli ubriachi molesti, delle persone che urinano, delle baby gang che imperversano in quartieri un tempo tranquilli come Campanella o Zolino? Ci tengo a sottolineare che il piccolo negozio non è nuovo a casi simili, e la cosa più sconcertante è che spesso accadano in orari in pieno giorno, mentre il negozio è pieno di clienti. Inoltre sottolineo come siano sempre le donne a essere vittime di questi episodi….fortunatamente questa volta nessuno si è fatto male, ma se il soggetto in questione avesse estratto un coltello, cosa avreste raccontato voi il giorno dopo, sul vostro giornale?
Cordialmente, Marina Zappi
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