La ’sfida’ alle strutture alberghiere: "Pronti a rinnovare, ma costi alti"

I gestori di hotel e b&b dopo l’invito del sindaco: "Necessario il sostegno delle istituzioni"

La ’sfida’ alle strutture alberghiere: "Pronti a rinnovare, ma costi alti"
La ’sfida’ alle strutture alberghiere: "Pronti a rinnovare, ma costi alti"

Parola agli addetti ai lavori. Gli operatori delle strutture ricettive della città analizzano i dati legati al certificato incremento, nel primo semestre del 2023, degli introiti in arrivo dall’imposta comunale di soggiorno. Un più 50mila euro, da 107mila a 160mila, frutto della combinazione tra l’aumento della tassa, effettivo dal primo aprile scorso, e la crescita del 14,5 per cento dei pernottamenti totali. "L’ascesa è reale ma quasi interamente connessa al comparto business – spiega Federico Facchini dal quattro stelle Hotel Donatello di via Rossini –. Prenotazioni collegate al tessuto aziendale locale ma anche alle imprese impegnate nei cantieri nella zona. Buona la quota di ospiti stranieri". Capitolo autodromo. "Rispetto al passato è mancato qualcosa sul lato concertistico. L’assenza last minute della Le Mans Series, per fortuna, è stata attutita dalla tappa del mondiale Superbike aggiunta in calendario – aggiunge –. Il salto di qualità delle strutture alberghiere invocato dal sindaco Panieri? Concordo con lui. Strutture e servizi vanno ammodernati per intercettare nuovi clienti". Per Mascia Galassi dell’Hotel Molino Rosso: "L’aumento tariffario dell’imposta di soggiorno incide in modo netto sui numeri al rialzo – analizza –. Il territorio, però, risponde bene grazie al lavoro di albergatori e aziende del posto che trainano la ripresa del settore business. Un elemento essenziale, a maggior ragione quest’anno, che sono mancati i grandi flussi legati agli eventi di richiamo in circuito".

E sul rinnovamento delle strutture per competere sul mercato ha pochi dubbi: "Concettualmente non fa una piega ma nella pratica, senza aiuti e contributi specifici al settore, non si fanno miracoli", rimarca la donna. Sulla stessa lunghezza d’onda c’è Flavio Dalmonte, alla guida del centralissimo Hotel Ziò: "Buon andamento complessivo ma sono diminuiti gli appuntamenti di rilievo in autodromo. Concerti mordi e fuggi e format da una giornata singola non alimentano i soggiorni – osserva –. L’identikit della nostra clientela di oggi? Un 20 per cento in orbita autodromo e un altro 20 tra cultura e teatro. Quindici per cento riconducibile alle fiere e la maggior parte in città per business". Argomento complesso, per Dalmonte, quello del balzo in avanti qualitativo delle strutture ricettive: "Un tema attuale ma manca la liquidità necessaria – sentenzia –. Per ristrutturare una singola camera servono centinaia di migliaia di euro che diventano milioni per mettere mano all’intero albergo. Senza dimenticare tassazione, vincoli, controlli e burocrazie sempre più stringenti". Non solo. "Per essere concorrenziali abbiamo listini con prezzi come quelli di 15 anni fa – spiega il titolare di Ziò –. Tosta la concorrenza di B&B e affittacamere, che hanno costi gestionali e oneri meno asfissianti, che pullulano nel centro di Imola". Per Antonio Gandolfi Colleoni dell’agriturismo La Fondazza a due passi dalla pista del Ferrari è infine "importante destinare il tesoretto in arrivo dall’imposta di soggiorno per la continua promozione di città e territorio".

Mattia Grandi