La sindaca Poli attaccata sui social: "Sembra una velina che va in discoteca"

La prima cittadina di Casalfiumese duramente criticata per alcuni vestiti indossati in occasioni ufficiali, considerati troppo corti

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Monica

Raschi

Vestita da spiaggia", "vestita per rimorchiare una fidanzata”, "come se dovesse andare in discoteca", "che credibilità può dare una che si veste come una velina da Striscia la notizia".

Sono solo alcuni dei commenti di cui è stata oggetto Beatrice Poli, 27 anni, sindaco di Casalfiumanese, cittadina con poco più di 3mila anime dell’Imolese, ma non per questo esente da veleni E solo perché lei, la sindaca, si è presentata a una cerimonia con la fascia tricolore sopra a un vestito rosso a fiori qualche centimetro sopra le ginocchia. O ha posato in una foto di saluto a una dipendente del comune che andava in pensione con abito bianco che, anche questo, lasciava un po’ scoperte le ginocchia.

E’ la prima volta che le capita di essere attaccata in questo modo per il suo abbigliamento?

"Beh, in questo modo sì, ma voglio sottolineare che la persona che ha scatenato tutto questo, un uomo, non è di Casalfiumanese", risponde la sindaca.

Qualche altro commento, però, mi sembra di intuire che le era già stato fatto.

"Ci sono modalità di pensiero, culturali che si fa fatica ancora a sradicare. Solo il fatto di chiamarmi baby sindaca, non lo vedo come un’apprezzamento".

Se la chiamano baby sindaca ora, quando è diventata assessore a soli 21 anni come la chiamavano?

"Guardi, può sembrare strano ma allora nessuno disse niente circa la mia età. E’ stato con il salto di qualità che è c’è stata la volontà di ferire".

A chi dà più fastidio una giovane donna che fa il sindaco: alle persone che appartengono al suo genere o agli uomini?

"Onestamente gli stereotipi sono un po’ nella testa di tutti. Ma devo anche dire che ho ricevuto una grande solidarietà da entrambe le parti, maschili e femminili. Come devo sottolineare che le prime persone che hanno voluto portare all’attenzione generale questi attacchi appartengono al Pd ma c’è anche un ex capogruppo di destra. Come

vede, la solidarietà è trasversale".

Come è la vita di una giovane donna come lei che sta scalando i gradini della politica?

"Non è semplice, si fa fatica. Pensi che sono l’unica donna nell’Imolese a ricoprire questo incarico: siamo in dieci e gli altri nove sono tutti uomini. Ed è proprio questo l’aspetto, dal mio punto di vista, ancora più discutibile in tutta questa storia, a prescindere dall’attacco che mi è stato fatto personalmente".

Si spieghi meglio.

"Già non si trovano donne che intendano fare questo percorso. Se poi ce n’è una e l’attacchi in questo modo solo per i suoi vestiti e non per quello che fa, diventa ancora più difficile. E’ per questo che ho voluto rispondere con un post in qui comunque faccio un brindisi a questi attacchi, rigorosamente con l’acqua, altrimenti poi mi appellano anche come ubriacona. Un post dove voglio trasmettere coraggio alle bambine, alle ragazze e alle donne di Casale. A loro va il mio impegno, affinché nessuna debba dubitare delle proprie capacità, debba rinunciare per paura, debba sentirsi sola in questa lotta".

Come Amministrazione state facendo qualcosa per abbattere questi stereotipi?

"Abbiamo un tavolo sulle parti opportunità, tra settembre e ottobre se le condizioni lo permetteranno andremo nelle scuole e continueranno le iniziative culturali, come quella fatta all’interno del nostro festival letterario con i bambini, che aveva come titolo ’Le principesse si salvano da sole’".

Al signore che le ha riservato le poco gradite attenzioni sulle sue mise vuole dire qualcosa?

"Appena ne avrò l’occasione avrei piacere di fare due chiacchiere a quattr’occhi. Ma la mia intenzione è portare fuori dallo sfogatoio questa questione che riguarda un genere e non solo me".

Intanto su Facebook non sono mancate le tantissime prese di posizione a favore della sindaca, sia da parte di uomini che di donne. Mentre in serata, direttamente a Beatrice Poli, sono arrivate le scuse del capogruppo territoriale del partito a cui appartiene l’uomo a cui non piacciono gli abiti della sindaca.