La versione di Nino: "Così andò nel 1968"

Ceroni organizzò l’altro Mondiale: "Dovevamo ospitarlo nel ’62, ma vinse Salò. Poi ce la facemmo". Dallo stand Polaroid ai tortellini

Migration

di Mattia Grandi

Brillano ancora gli occhi azzurri di Nino Ceroni mentre passa al setaccio gli aneddoti e le curiosità di quel campionato del mondo di ciclismo del 1968 a Imola.

Un tempo cristallizzato sfogliando il libro dei ricordi. Eppure ci sono voluti 52 anni per riabbracciare l’Imola iridata delle due ruote a pedali.

"Organizzai quei mondiali per ripicca dopo la beffa subita nel 1962 con l’assegnazione della manifestazione a Salò – ricorda Ceroni –. Non tutti sanno, però, che dopo il successo del ’68 la nostra città avanzò altre due volte analoga candidatura nel 1998 e nel 2004".

Nel 2020, invece, il sogno diventa realtà in modo inaspettato: "Come una manna caduta dal cielo ma che lotta contro il tempo – continua –. A Marco Selleri mancherà, purtroppo, la possibilità di assaporare per gradi la soddisfazione dell’impresa".

Morale più che economica. "Col denaro non andò benissimo nemmeno ad Adorni con i duemila franchi francesi incassati tradotti al cambio in 250 mila lire – ricorda l’organizzatore –. Per non parlare dei premi speciali per la gara delle donne: giacca di renna alla prima classificata e kilt scozzese per il bronzo della Tartagni".

Potere degli sponsor. "Romano Cenni della Mercatone Germanvox ci sostenne con 500 mila lire più una sessantina di televisori sui quali trasmettere la diretta della corsa in sala stampa e lungo il tracciato – confida l’oggi 93enne imolese –. Lo avevo visto fare al Nurburgring e mi piacque l’idea".

Per i parcheggi, invece, lo spunto arrivò da alcuni cartelli prossimi al circuito di Monza: "Parcheggio a pagamento non custodito – ride –; incasso sicuro e nessuna responsabilità". Per la gioia dei proprietari terrieri. "Ebbero tutti identico indennizzo – spiega Ceroni –. Quanti sopralluoghi con Checco Costa per identificare le piantagioni di grano ed erba medica più adatte a reggere, anche in caso di pioggia, il peso degli automezzi".

Lo stand Polaroid al Sersanti per le foto da mettere sui pass, l’hospitality da duemila posti della Salvarani ed i tortellini forniti dalla Griss 2000.

La fattiva collaborazione del sindaco Amedeo Ruggi: "Dai cartelloni pubblicitari appesi ai lampioni fino all’invito a ritinteggiare le pareti esterne degli edifici vicini all’area di ripresa tv – conclude –. Illuminazioni speciali, tante mostre ed una splendida esposizione di biciclette d’epoca alle scuole Valsalva". Una festa per 120 mila persone, autentico spartiacque della storia sportiva cittadina.