La vitalità è femminile

La vitalità  è femminile

La vitalità è femminile

Dopo il periodo drammatico della pandemia, le lavoratrici indipendenti hanno mostrato di saper ripartire ancora più velocemente dei colleghi uomini. Un segno chiaro della vitalità di imprenditrici e professioniste, anche se purtroppo sono meno di un terzo del totale. Nel 2022, si contano 6mila imprese femminili in meno rispetto al 2021 per effetto di un contesto generale ancora complicato dagli effetti della pandemia, dalla guerra e dalla crisi energetica, ma, come mostra la fotografia scattata dall’Osservatorio per l’imprenditorialità femminile di Unioncamere e InfoCamere. l’imprenditoria più innovativa ha accelerato, trainata dai settori a maggior contenuto di conoscenza: sono 2mila in più le imprese femminili nelle Attività professionali, quasi 1.500 in più quelle attive nelle Attività immobiliari, circa mille in più nei Servizi di comunicazione e nelle Attività finanziarie, 800 in più nel Noleggio, agenzie di viaggio e servizi alle imprese. Alcune roccaforti della presenza imprenditoriale femminile quest anno hanno vacillato: il Commercio; l’Agricoltura; le Attività di alloggio e ristorazione. Tutti gli altri settori, alcuni dei quali storicamente hanno un tasso di partecipazione femminile inferiore alla media, registrano invece incrementi significativi. È indicativo di un processo che mostra che sempre più donne scelgono di mettere a frutto le proprie competenze e il proprio talento aprendo attività in settori ancora a prevalente presenza maschile. La parità è ancora lontana, per questo è importante intervenire con misure di sostegno più incisive per lavoratrici autonome, professioniste e piccole imprenditrici. Serve un quadro più organico ed efficace di incentivi a sostegno della diffusione dell’imprenditoria femminile e della conciliazione vita-lavoro. Il Pnrr dedica al tema molta attenzione, individuando risorse per favorire l’imprenditorialità femminile. Un Paese con una partecipazione paritaria al mondo del lavoro non è solo più equo, ma è anche più capace di crescere e produrre ricchezza.

*direttrice Cna Imola