MATTIA GRANDI
Cronaca

L’assistenzia primaria. Aft, i dubbi dei medici: "Ci chiedono di lavorare 24 ore in più a settimana"

Andrea Mengoli, consigliere dell’associazione sindacale Snami: "Con 700 pazienti in carico sarà difficile svolgere le nuove mansioni. Così dovrò abbandonare il ruolo di referente per Casa Tozzoli".

Andrea Mengoli, consigliere dell’associazione sindacale Snami: "Con 700 pazienti in carico sarà difficile svolgere le nuove mansioni. Così dovrò abbandonare il ruolo di referente per Casa Tozzoli".

Andrea Mengoli, consigliere dell’associazione sindacale Snami: "Con 700 pazienti in carico sarà difficile svolgere le nuove mansioni. Così dovrò abbandonare il ruolo di referente per Casa Tozzoli".

Dopo l’approvazione della giunta regionale, procede spedito il percorso per creare le Aggregazioni funzionali territoriali anche ad Imola e nel circondario. Medici di medicina generale, pediatri di libera scelta e specialisti ambulatoriali convenzionati che daranno forma alla nuova rete dell’assistenza primaria con l’obiettivo di rafforzare il servizio sanitario. Presidi che opereranno nell’ambito dei Distretti, delle Case della Comunità e della rete degli studi medici diffusi nei territori per assicurare una copertura completa. Un nuovo assetto organizzativo, previsto da decreto ministeriale, per garantire la continuità assistenziale, la presa in carico dei pazienti cronici, la partecipazione a programmi di prevenzione e la riduzione degli accessi impropri al pronto soccorso.

Ogni Aft avrà una sede riconoscibile, spesso all’interno di una Casa della Comunità che potrà essere di tipo ‘spoke’ o ‘hub’, per assicurare l’attività ambulatoriale in modo continuativo e accessibile. Nel primo caso si tratterà di un’articolazione territoriale più piccola, dove saranno decentrati i servizi di base e di prossimità, mentre per gli ‘hub’ si parlerà di vere strutture di riferimento e centri nevralgici per il coordinamento dei servizi. Per il distretto di pertinenza di Ausl Imola in arrivo 5 Aft, tre di tipo ‘hub’ e due ‘spoke’: Castel San Pietro e Dozza, Medicina e Castel Guelfo, Imola Sud e Vallata del Santerno (con i quartieri imolesi Pedagna, Ponticelli, Tremonti e Zello), Imola Nord e Mordano (con Campanella, Marconi, Zolino, Zona industriale, Sasso Morelli, San Prospero e Sesto Imolese) e Imola Centro con il Cappuccini e centro storico. Presenti, poi, una Aft di pediatri di libera scelta e un’altra composta dagli specialisti ambulatoriali interni, veterinari e altre professionalità.

Il sistema si svilupperà attorno al ruolo unico dei medici di medicina generale che comprenderà, per tutti i nuovi dottori e per quelli che vorranno aderire alla convenzione, l’assistenza ‘a ciclo di scelta’ che abbinerà alla figura del medico di famiglia quella della guardia medica. I medici inseriti nel ruolo unico, pertanto, svolgeranno sia le attività legate alla gestione dei propri pazienti che quelle su base oraria. Una crescente mole di lavoro che preoccupa già alcuni addetti ai lavori: "Con 700 pazienti in carico come medico di medicina generale, con annesse svariate ore di servizio ambulatoriale, gestione delle chiamate telefoniche, urgenze e mansioni di back office, sarà difficile aggiungere altre 24 ore settimanali come previsto da quel piano di continuità assistenziale sancito dal nuovo ruolo unico – osserva Andrea Mengoli, medico confluito nell’Aft di Medicina e Castel Guelfo e consigliere dell’associazione sindacale Snami –. Per non parlare, poi, di chi esercita pure l’attività libero professionale. Un monte orario impossibile per i medici impegnati in estenuanti no stop tra coperture notturne e mattinate in ambulatorio".

Non solo. "Poi c’è chi, come me, opera da anni con altri tipi di contratto all’interno di strutture assistenziali come Casa Tozzoli ad Imola – aggiunge –. A luglio, se nell’accordo regionale non verranno definite tali modalità, potrei essere messo nelle condizioni di dover rinunciare ad un lavoro in cui ho riversato tempo e sacrifici. Mansioni che, oltretutto, dovranno essere erogate all’interno della propria Aft e non altrove".

Immediata la replica di Ausl Imola: "La nostra azienda ha sempre riconosciuto l’importanza di garantire la continuità dell’assistenza sanitaria nelle strutture ad alta complessità socio-sanitaria, come la Cra Cassiano Tozzoli di Imola – ribattono –. Per questo motivo, nella fase di transizione al ruolo unico di assistenza primaria, ci siamo resi disponibili a considerare l’attività medica prestata dal dottor Mengoli presso la struttura (pari a 8,40 ore settimanali) come parte del debito orario settimanale derivante dall’applicazione del nuovo contratto. Un modo per agevolare la permanenza del professionista nella residenza per anziani e garantire la continuità assistenziale ai pazienti". E ancora: "La decisione di non proseguire l’incarico presso la struttura è stata presa direttamente dal medico in maniera legittima e autonoma – conclude Ausl Imola – ma non correlata alla stipula del contratto quale medico del ruolo unico in applicazione delle disposizioni dell’accordo collettivo nazionale".