Mezzo secolo di vita e non sentirlo. A Dozza è tutto pronto per celebrare il 50esimo anniversario della sezione locale dell’Avis. L’appuntamento da cerchiare in rosso sul calendario è il 17 settembre nel cuore del borgo vestito a festa per la ‘XXIX Biennale del Muro Dipinto’. Così il compleanno speciale dell’associazione impegnata nella raccolta di sangue ed emocomponenti avrà anche una parentesi legata all’arte con la donazione alla comunità dell’opera ceramica in altorilievo ‘La gemma del dono’ realizzata dall’artista Roberta Luppi.
Un capolavoro, collocato nel centro storico del paese a pochi passi dalla Rocca, a testimonianza di un impegno lungo ben cinque decenni. Si comincerà alle ore 9.45 nella chiesa parrocchiale con la Santa Messa celebrata del parroco don Marco Renzi in memoria dei donatori defunti e pro viventi. Al termine della funzione religiosa, accesso al Salone Maggiore della Rocca per la presentazione della realizzazione artistica. Spazio ai saluti delle autorità, con l’intervento del sindaco Luca Albertazzi e della presidente della Fondazione Dozza Città d’Arte Simonetta Mingazzini, poi parola ai dirigenti dell’Avis e ai soci fondatori.
Atteso il contributo del presidente Francesco Mariani: "Nel 2018, per i nostri 45 anni, inaugurammo la tettoia di uno degli accessi del centro civico – anticipa il timoniere dell’associazione dozzese -. Lo spirito è sempre lo stesso: restituire alla gente, attraverso la cultura del dono, la generosità che tanti dozzesi materializzano ogni giorno con un gesto semplice ma capace di salvare vite umane". Dopo aver inaugurato e benedetto l’altorilievo, rotta sul salone parrocchiale per un pranzo comunitario con la consegna degli attestati di benemerenza ai soci donatori che si sono particolarmente distinti nell’anno 2022. "Oggi contiamo 320 soci per un totale di 600 donazioni annue – continua Mariani -. Prendiamo parte a manifestazioni e iniziative sul territorio comunale per incentivare la conoscenza dell’importanza del dono di sangue e plasma. Positivo e continuo il ricambio generazionale tra i soci". Con un occhio di riguardo per la comunità: "Oltre alla tettoia anche l’acquisto dei giochi per i bimbi sistemati nel Parco del Donatore di Sangue – sottolinea -. Ma anche un defibrillatore per la parrocchia, le protezioni antiurto per i termosifoni della scuola materna e la pubblicazione sull’uso consapevole del web e social".
Doveroso un salto indietro nel tempo fino alla genesi dell’Avis di Dozza datata 22 febbraio 1973: "Quando un gruppo di giovani dozzesi divenne parte della grande famiglia dei donatori di sangue recandosi nelle sezioni di Castel Bolognese, Imola e Bologna – ricorda Claudio Conti, primo presidente del sodalizio in carica nel quinquennio 1973-1978 -. Poi prese forma la volontà di creare un presidio locale formalizzato da un’assemblea costituente composta da venti soci nella sala del consiglio comunale. Tra questi mi preme menzionare Lino Bacilieri e Roberta Galassi". Non solo. "Determinante, per la crescita della nostra realtà, il passaparola e gli aiuti di Vincenzo Dadina e Venusto Bottazzi – conclude -. I numeri dei soci lievitarono alla svelta fino a raggiungere, e superare, il centinaio".