Le ultime parole di Ilenia: "Ti prego, smettila"

La testimonianza di Arianna Nanni e della compagna imolese che quella mattina ha insistito impotente all’omicidio della donna

"Ho visto mia mamma in un lago di sangue, con un taglio profondo alla gola, gli occhi sbarrati e opachi. Sono corsa fuori, non riuscivo a respirare". In aula Arianna Nanni è costretta a rivivere l’incubo, il corpo della madre Ilenia Fabbri trovato sul pavimento del seminterrato di via Corbara 4 la mattina del 6 febbraio scorso. Ha solo 21 anni, la tempra forte fatica a nasconderne le fragilità, che la costringono a farsi prescrivere ansiolitici e altri medicinali, alimentate da quelli che definisce flash back: "Sento le campane e ripenso al funerale, le sirene mi ricordano i poliziotti quella mattina, i sacchi della spazzatura quello nero con cui fu portato fuori il corpo di mia madre. Da sola non riesco più a dormire". È una testimone chiave del processo che vede alla sbarra il padre Claudio Nanni come presunto mandante e Pierluigi Barbieri come esecutore reo confesso. Quella mattina Arianna si era alzata all’alba per andare a prendere un’auto col padre. Un alibi premeditato da Nanni, secondo l’accusa

Eppure non sapeva, Nanni, che la sera prima Arianna aveva festeggiato l’anniversario con la compagna, così in casa aveva passato la notte un terzo incomodo. Una seconda Arianna, Arianna Massioni, 20enne di Imola, che di solito dormiva lì solo il weekend. Fu proprio l’ospite a sentire le ultime parole di Ilenia viva. "Arianna (Nanni) si era svegliata alle 5.45 ed è uscita dopo dieci minuti – il racconto dell’ex compagna davanti alla corte d’assise –. Dopo dieci minuti ho sentito urlare Ilenia, che dormiva nella camera di fronte alla mia: “Chi c’è in casa, cosa vuoi“. Ho aperto la porta e visto un uomo di schiena, robusto, rasato e vestito di scuro, correre giù per le scale. Immaginavo stesse rincorrendo Ilenia, così mi sono chiusa in camera. Sentivo le grida di Ilenia, dei botti come se bussassero alla porta, 4 o 5 rumori di pugni nel muro. Due minuti di silenzio poi l’ultimo urlo di Ilenia: "Basta, ti prego smettila". Nel frattempo la compagna aveva chiamato l’altra Arianna. In aula è stata fatta sentire la telefonata di venti minuti in cui interagiscono soprattutto Arianna Nanni e il padre. Una telefonata drammatica, dalla quale affiora tutta la disperazione di Arianna Massioni, che parla a bassa voce per non farsi sentire dall’intruso e chiede ripetutamente alla compagna di tornare indietro. Arianna Nanni prima le chiedere di scendere e controllare "con qualcosa di appunto", ma quando capisce che la fidanzata è terrorizzata cerca di tranquillizzarla. Gestisce due telefoni, il suo con cui chiama la polizia due volte e quello del padre collegato con la compagna blindata in camera. L’adulta è lei, Arianna Nanni, mentre il padre è in confusione totale: torna indietro in autostrada a poco più dei cento e piagnucola, così Arianna lo rimprovera: "Babbo suona, metti gli abbaglianti: e non fare la maletta", mentre lui dice "Sto male, non mi sento bene". Una volta tornati a casa, Arianna corre e fa la terribile scoperta. Intanto il padre resta seduto sul marciapiedi e, singhiozzando, esclama solo "mio Dio".

Lorenzo Priviato