
L’ex asso della Minardi abita a due passi dalla curva della Rivazza: "Tutto è partito da Imola, dove ho corso la mia prima gara in F1. Questo è un circuito eccezionale, dobbiamo aver fiducia nel futuro".
di Mattia Grandi È un boccone amaro da ingoiare anche per chi, come Pierluigi Martini, del mondo della Formula 1 conosce quasi tutto. Già, perché il cuore dell’ex pilota romagnolo con casa a due passi dalla curva della Rivazza batte più forte quando si parla di Imola. E l’esclusione dell’autodromo Enzo e Dino Ferrari dal calendario 2026 del Circus iridato è come un tonfo tachicardico. Martini, lo spettro è diventato realtà. Salvo colpi di scena, Imola non avrà la Formula 1 nel 2026.
"Da imolese, è un grande dispiacere. Ma anche per quel lato di me che non ha mai smesso di indossare casco e guanti. Tutto è partito da Imola, dove ho corso la mia prima gara".
Come si reagisce a una notizia del genere? "Senza abbattersi. Non lo abbiamo fatto in passato e non lo faremo certo adesso. La Formula 1, da queste parti, è già andata via e ritornata altre volte. E’ la speranza di un nuovo inizio a dare la forza di guardare con fiducia al futuro".
A maggior ragione dopo un’edizione da record come quella di quest’anno. "Vero, è stato un appuntamento eccezionale. Imola ha rispolverato tutto il suo antico splendore durante il Gran Premio dello scorso maggio. La nostra città è ancora nota in tutto il mondo per la storia e la passione che la legano alla Formula 1". Non è bastato neppure il bagno di folla.
"E’ un peccato perché, di solito, il ritorno del grande pubblico internazionale coincide davvero con l’inizio di una nuova ascesa".
Ci spieghi meglio. "Qualche settimana fa, sulle rive del Santerno, ho rivisto appassionati mossi da quella cultura automobilistica formato famiglia e da quel passaparola capaci di generare indotto. La gente non è venuta ad Imola solo per la gara, ma per vivere un’esperienza completa fatta di ospitalità, buona enogastronomia e scoperta del territorio. Servirebbe solo un pizzico di continuità nel tempo per capitalizzare questo patrimonio".
Ma Liberty Media guarda altrove. E’ caduta nel vuoto anche la parola di recuperare il Gran Premio del 2023 saltato per colpa dell’alluvione. "La tendenza generale è ormai quella di guardare poco al cuore e più ai soldi. Il calendario del 2026, in tal senso, parla chiaro".
Anche agli aspetti tecnici dei tracciati. Nelle preferenze dei piloti l’Enzo e Dino Ferrari ha un posto speciale. "Ce lo ripetiamo ogni volta, è una delle piste più belle, tecniche e selettive al mondo. Un tracciato capace di esaltare le doti del pilota e la tenuta delle monoposto. È naturale e positivo il gradimento dei piloti ma, purtroppo, non spetta a loro la decisione finale".
Resta in piedi l’ipotesi della rotazione tra circuiti storici dal 2027 in poi. "In mancanza d’altro, è una soluzione percorribile. Al patto, però, di correre ogni due anni per dare forza agli investimenti". Già, altro capitolo importante. "Imola deve trovare, in qualche modo, il suo spazio costante nel calendario della Formula 1. Senza tale certezza diventerebbe troppo difficile sostenere quegli investimenti che richiedono lunghi periodi per essere ammortizzati".
Interventi, peraltro, vincolanti per coltivare il sogno di restare aggrappati al Circus. "Senza quelli si rischierebbe di rimanere tagliati fuori dalle gerarchie. L’asticella della concorrenza è alta per quanto riguarda la qualità delle strutture e l’ospitalità. E’ il mercato di oggi che funziona così".
Milioni di euro che ballano e, forse, nemmeno sufficienti per blindare un accordo futuro con la Formula 1. "Il sistema imolese, sull’asse pubblico, sta lavorando bene. Il Gran Premio è un elemento sentito nel cuore della Motor Valley dove ci sono aziende importanti da coinvolgere in collaborazioni e investimenti. Sarà fondamentale l’unità d’intenti su larga scala".
Il paradosso emotivo di Stefano Domenicali, imolese doc, a capo di quella Liberty Media che mette l’Enzo e Dino Ferrari in panchina... "Da quel punto di vista, la sua è una posizione difficile. L’ha detto pure a chiare lettere alla stampa. Al circuito di Imola, però, servirebbe almeno la certezza di recitare un ruolo di prima riserva assoluta nel calendario. Sai com’è, un forfait last minute potrebbe sempre capitare".