
"Ascoltare Zangheri e Napolitano che parlavano di politica significava imparare. I ricordi delle discussioni di quel pranzo, i concetti li porto ancora con me. Anche perché sono ancora attuali, c’era la capacità di guardare avanti". Daniele Manca, oggi senatore del Pd, accolse Giorgio Napolitano – e la moglie Clio – a Imola il 26 febbraio 2010. Dopo l’evento al teatro Ebe Stignani poi si tenne un pranzo privato a casa dell’amico Renato Zangheri e della moglie Claudia. Con loro c’erano anche Sergio Zavoli, altro amico di lunga data, l’ex primo cittadino e allora deputato Massimo Marchignoli, il presidente della Regione Vasco Errani. In ta vola tagliatelle e vino sangiovese. Si parlò di politica, ovviamente, smessi i ruoli istituzionali.
Sono passati 13 anni ma sembra di più perché alcuni di quei commensali non ci sono più: Zangheri è morto nel 2015, Marchignoli e Zavoli nel 2020.
Manca, quante volte venne Napolitano a Imola?
"Ho ricordi indelebili. Vorrei fare innanzitutto le condoglianze alla moglie e alla famiglia. Da presidente Napolitano venne una volta, ma venne anche da parlamentare europeo, io ero il segretario della federazione e andammo insieme a Ponticelli per un’iniziativa con i giovani. Era una persona al di là dei ruoli isituzionali, di grande cortesia e capacità relazionale. Io lo accompagnai in stazione dopo l’evento, come era prassi. E appena salito mi fece richiamare da un collaboratore per ringraziarmi".
E poi venne nel 2010 per il centesimo anniversario della morte di Andrea Costa.
"Ricordo il ragionamento che fece su Andrea Costa, che era un pezzo fondamentale del socialismo in italia e che riuscì a portare dentro l’alveo costituzionale un partito prima anarchico. Ci vedeva un riformista vero. E per lui le riformedovevano essere connesse al popolo o non lo erano. E poi ricordo le parole bellissime che usò per definire pubblicamente Imola, fra le piu civili d’italia, dove andavano di pari passo coesione e sviluppo economico".
In quel pranzo si parlò anche di politica?
"La sua amicizia con Zangheri. fu qualcosa di straordinario per la profondità politica, una profondità che ci manca tantissimo. Oggi c’è una frenesia nel voler dichiarare ogni giorno, nello stare sui social. Al tempo la politica era pensiero. Tante di quelle cose che a pranzo ci siamo detti sono ancora lì, sono temi fondamentali, dall’Europa all’Alleanza Atlantica. Fino al suo richiamo quando disse ’attenzione, i partiti stanno perdono radicamento, così avanzano forme di populismo".
Era un’altra politica.
"Sicuramente con Zangheri tutti i giorni si imparava qualcosa anche solo bevendo un caffè. Fare il sindaco chiudendo le buche nella strada è giusto, ma è anche semplice in un certo senso. Dare una visione è difficile. Loro parlavano delle cose difficili".
Patrick Colgan